Lo scorso fine settembre Microsoft ha ufficialmente annunciato la finestra di lancio per Windows Server 2016 (dovrebbe arrivare proprio questa settimana). Insieme alle varie novità illustrate ad aziende e giornalisti dal palco dell’Ignite 2016, la compagnia ha colto anche l’occasione per festeggiare il ventennale della variante “server” del proprio OS. Il sistema operativo che segnò l’ingresso ufficiale di Microsoft nei data center fu per Jeffrey Snover (chief architect Windows Server ed Azure Stack) Windows NT 4.0, nome in codice “Cairo”, rilasciato nel luglio del 1996.
In realtà, osserva l’editorialista di The Next Platform (TNP da ora), le manovre di avvicinamento ai data center possono essere retrodatate di almeno 7 anni. Nel novembre 1989 Microsoft ed IBM, ai tempi ancora “alleati” nell’emergente settore dei server, si impegnarono infatti nella realizzazione di un OS/2 32Bit compatibile con i processori Intel x86, gli “avi” delle attuali cpu Xeon che tutti conosciamo. E’ sempre interessante osservare quanto si siano evolute le tecnologie nell’arco di un trentennio: all’inizio degli anni ’90 una macchina di alto livello era costituita generalmente da un chip della famiglia i386 o i486 (da 12 a 100Mhz), 4MB di RAM e 60MB di spazio d’archiviazione (unità di storage da 5.25″). Windows Server 2016 viene invece eseguito da sistemi con Intel Xeon con frequenze fino a 20 volte superiori, set di istruzioni al tempo ancora non esistenti come le SSE, una differenza di core ancora più marcata, svariati GB di RAM e unità d’archiviazione meccaniche/flash da diversi terabyte.
Da Windows for Workgroups 3.1 a Windows Server 2000
Tre anni dopo viene rilasciato Windows for Workgroups 3.1 (ottobre 1992) e successivamente una versione maggiormente rifinita, la 3.11 (novembre 1993). Il passo avanti viene tuttavia compiuto da Windows NT 3.1 (luglio 1993), il primo vero OS pensato per i server con un kernel a 32Bit e supporto alle principali architetture dell’epoca (da DEC Alpha fino ad IBM PowerPC ed i x86 Intel). E’ quindi NT 3.1 ad avviare quindi la “conquista” del settore server e, osserva TNP, parte del merito va anche a Dave Cutler, l’inventore del sistema operativo VMS giunto in casa Microsoft nel 1988. Cutler non ha solo contribuito alla realizzazione del kernel di NT ma ha anche lavorato su varie release di Windows Server: attualmente è impegnato nella creazione di un’infrastruttura virtuale per il servizio Xbox Live.
Nell’estate del 1996 Windows NT 4.0 arriva sugli scaffali. Per Jeffrey Snover (citato in apertura) la commercializzazione di massa dell’OS rientra sicuramente tra le fasi più importanti della storia di Windows Server. Tra i segreti del successo di NT ricorda la maggior convenienza rispetto ad alternative Unix (eseguito solo su costose macchine RISC) e la possibilità di essere eseguito anche sul più abbordabile hardware x86, un’architettura affermatasi con il passare degli anni nell’industria a discapito delle workstation Unix ed IBM – il quale ha ripiegato recentemente su OpenPower, un’architettura indirizzata all’ecosistema Linux ma “aperta a tutti”. L’affermazione delle CPU Intel, attualmente leader indiscusso del mercato, nasce proprio all’ombra di NT.
Nel 2000, prosegue Snover, Microsoft rafforza ulteriormente la propia posizione in ambito enterprise con Windows Server 2000. E sono anche gli anni in cui gli Xeon esordiscono ufficialmente nel settore. Le tre caratteristiche chiave dell’OS erano le seguenti: Active Directory, il cosiddetto “Wolfpack” o Cluster Server per il clustering delle istanze Windows (ideale per failover o condivisione di workload), il supporto a NUMA (non-uniform access shared memory). In particolare le ultime due, sottolinea Jeffrey, resero Windows Server 2000 un’alternativa credibile nel settore aprendo alla piattaforma la strada della gestione dei database. Nel paragrafo successivo parleremo delle versioni più recenti dell’OS ma ci focalizzeremo unicamente sulle release principali, senza menzionare le intermedie – riconoscibili dalla sigla “R2”.
Windows Server 2003, 2008 e 2012
Windows Server 2003 esce nell’aprile di 13 anni fa riadattando al mondo dei server la buona base rappresentata dalla variante consumer XP (a sua volta debitrice nei confronti di Windows 2000). Tra le principali novità introdotte inedite funzionalità di Active Directory, gestione dei gruppi; gestione dei dischi e dei backup con possibilità di includere anche file aperti dall’OS; integrazione di .Net Framework 1.1; nuovi tool e linguaggi di scripting [Wikipedia]. Nonostante sia trascorso più di un decennio e Microsoft abbia sospeso il supporto ufficiale all’OS (il 14 luglio 2015), diverse aziende continuano ad utilizzare Windows Server 2003 – con inevitabili problematiche derivanti da tale scelta.
Windows Server 2008 migliora la popolare versione 2003 introducendo per la prima volta una variante “slim” del sistema, Server Core – assenti varie funzionalità e componenti storici come Internet Explorer e .NET Framework. Si tratta a tutti gli effetti del predecessore di Nano Server (un OS “componibile” in base alle esigenze dell’utilizzatore e dalle dimensioni contenute) introdotto con la technical preview 2 di Windows Server 2016.
Windows Server 2012 e la successiva release “R2” escono rispettivamente a settembre 2012 ed ottobre 2013, affinando ulteriormente la piattaforma della quale abbiamo avuto modo di parlare anche qui sul blog in relazione ai piani hosting ospitati sulla versione R2. Per maggiori dettagli vi invitiamo a leggere il seguente approfondimento in tre puntate.