Nel 2020 Microsoft staccherà ufficialmente la spina agli aggiornamenti di Windows 7 (per comodità useremo anche l’abbreviazione “Win” ndr) costrigendo teoricamente utenti e soprattutto aziende ad aggiornare i propri sistemi. Analizzando attentamente i dati raccolti da Computer World e da altri ricercatori che monitorano l’user share dell’OS Microsoft, sembra tuttavia che Win 7 sia destinato a replicare il successo e le “problematiche” annesse alla popolarità del predecessore Windows XP.
Come abbiamo visto in un precedente approfondimento, Win XP è attualmente installato su 100 milioni di terminali (non tutti connessi alla Rete) ed a 16 anni dal suo esordio rappresenta un 5%-7% (la cifra varia a seconda del report consultato) delle quote di mercato totali. Per una serie di motivi, dalla non curanza agli eccessivi costi di migrazione fino all’impossibilità di utilizzare specifici software su OS più recenti, diversi utenti ed aziende continuano ad utilizzare XP, a volte ignari dei rischi che corrono. Un caso simile si è avuto anche con i prodotti pensati per il mondo dei server (Windows Server 2003).
Venendo alle percentuali, sembra che tra agosto e settembre 2017 Win 7 abbia iniziato a perdere qualche punto: si parla di un 48.4% d’user share (-1.2%) e di un 52.1% (-1.3%) di tutti i computer Windows (rappresentano il 90% del campione, un 10% appartiene a vari OS tra i quali figura anche Linux). Il calo, osservano gli analisti di Net Applications, è il più consistente da un anno a questa parte. Ad aprile 2014 Win XP rappresentava invece il 51.3% di tutti i PC Windows.
E con l’avvicinarsi del 2020, ipotizzano gli esperti, potrebbe ripetersi quanto già successo con Windows XP, cioè una corsa “disordinata” ed “affrettata” all’aggiornamento (in prossimità della fine del supporto) con immancabili sforamenti di budget.
I dati rilevati da StatCounter differiscono dai precedenti ma non sono molto lontani dall’intervallo evidenziato: Windows 7 è dato al 44% dell’intero parco macchine Windows (-1.1% rispetto al mese precedente). Secondo il DAP (Digital Analytics Program ), che prende in considerazione i dati estrapolati da circa 4000 portali supervisionati da agenzie governative statunitensi, Win 7 è al 48.1% (ad agosto era al 50.8%).
E per quanto riguarda Windows 10? Una parte delle quote perse da Win 7 sono state sicuramente intercettate dall’OS che ha debuttato il 29 luglio 2015. Per quanto riguarda l’user share, a settembre Win 10 ha guadagnato l’1.1%, triplicando i valori della penultima rilevazione. Secondo Computer World a fine mese Windows 10 rappresenterà almeno 1/3 delle installazioni totali.
Considerando infine la buona accoglienza ricevuta da Windows 10 in ambito enterprise, l’ultimo OS Microsoft sembra essersi incamminato (tra alti e bassi, Edge resta ad esempio marginale) sulla buona strada.
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