Il 2017 Windows 10 Enterprise Impact Survey pubblicato lo scorso mese da Adaptiva conferma il crescente successo di Windows 10 tra le aziende statunitensi. Le risposte indicate dal campione di 400 professionisti IT hanno infatti evidenziato che le imprese, rispetto a quanto emerso nel rapporto del 2016, hanno accelerato più del previsto il passaggio all’ultima versione del noto OS Microsoft – anche se alcuni vecchi sistemi operativi sembrano non voler cedere il passo.
Dodici mesi fa solo il 12% delle aziende aveva portato a termine una migrazione parziale (il 5% dei sistemi aziendali). E solo un 7.2% del totale ipotizzava di ultimare nei dodici mesi successivi la migrazione di almeno la metà dei sistemi. Il rapporto del 2017 evidenzia invece che oltre il 10% del campione ha ultimato la migrazione di tutti i sistemi.
Le tabelle di marcia sembrano essere abbastanza serrate: il 23% si aspetta di completare la migrazione entro tre mesi mentre il 40% entro i prossimi sei mesi. Un altro 23% tra sei mesi ed un anno mentre il campione restante (14%) tra più di dodici mesi.
Quali i motivi del successo di Windows 10?
L’elevato livello di sicurezza offerto dall’OS è uno dei motivi principali del suo successo, afferma il 79% dei professionisti IT. Tra le caratteristiche più apprezzate i miglioramenti all’engine di Windows Defender Advanced Threath Protection, l’antivirus incluso in ogni installazione dell’OS, in grado di proteggere le applicazioni di Office 365 da virus ed altre minacce (campagne ransomware etc.).
Anche una più efficace automazione dei processi (via software) sembra giocare un ruolo centrale nell’accelerazione del tasso di adozione: oltre il 50% del campione ha affermato che le procedure di migrazione possono essere completate “automaticamente” in 2-4 ore (per singolo sistema); 1/3 degli interpellati ha dichiarato che il tempo necessario ammonta a circa 1 ora o meno.
Gli analisti osservano tuttavia che le procedure di migrazione automatiche sono ancora lontane dall’essere perfette; l’intervento umano, quindi le modifiche “manuali”, sono ancora necessarie per portare a termine vari passaggi, come suggeriscono i seguenti dati: meno della metà dei professionisti IT ha affermato che solo 1/10 dei sistemi migrati non ha subito alcun intervento manuale; solo 1/3 del campione ha dichiarato che circa la metà dei sistemi migrati non ha necessitato di alcun intervento diretto dello staff (“zero touch” in gergo).
La fiducia nell’automazione dei processi resta comunque elevata – nonostante le inevitabili insidie che i professionisti devono affrontare durante le procedure di migrazione. Solo il 35% del campione ritiene che la migrazione a Windows 10 richieda considerevoli interventi manuali. E quasi il 50% degli interpellati indica l’automazione avanzata dei processi come soluzione in grado di ridurre il numero di esperti da destinare alla gestione delle procedure di migrazione (5 elementi o meno).
Il fattore tempo
A fronte dei dati appena citati, pianificare un adeguato piano di migrazione (studio del progetto e preparativi vari) richiede ancora diverso tempo alle aziende. Per l’avvio delle procedure, più della metà dei professionisti IT parla di una finestra temporale “di studio” compresa tra i 4 ed i 12 mesi. Nel 14% dei casi si va addirittura oltre i 12 mesi mentre solo 1/3 afferma di aver concluso la fase di studio ed essere pronta ad agire nel prossimi mesi.
E’ quindi facile dudurre quale sia la principale preoccupazione delle aziende: “il tempo” – uno dei maggiori ostacoli di sempre del resto. Sebbene le procedure di migrazione siano relativamente rapide, quelle più delicate di personalizzazione dell’installazione (funzionalità offerta da Windows 10 che non può essere affidata a processi automatizzati) e di verifica post migrazione (integrità dei dati etc.) richiedono molto più tempo ed attenzione.
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