Come abbiamo visto nella precedente puntata, UX (user experience) ed UI (user interface) sono strettamente correlate ed è facile confonderle. L’UI aiuta il designer nel processo di creazione dell’UX ma non è l’unica “disciplina” necessaria alla realizzazione di una buona UX, come mostra l’immagine seguente:
Analizzando la foto si capisce come l’avere un’ottima interfaccia non significhi automaticamente offrire un’adeguata user experience. I test di usabilità, condotti regolarmente, possono aiutare il designer a non perdere la giusta direzione.
Un’altra buona idea è quella di anteporre all’UX ed UI design la selezione dei contenuti. Alla consueta fase di ricerca e raccolta dati è bene accompagnare la realizzazione di una mappa interattiva (site map) del portale, in modo da avere una chiara visione d’insieme del percorso dell’utente (user journey citato in precedenza).
La precedenza va data chiaramente ai contenuti perchè sono proprio questi ultimi ad interessare i visitatori. Tenendo presente quanto appena detto, il procedimento al quale abbiamo accennato pone in primo piano l’UX lasciando che l’UI si adatti a quest’ultima.
- Risorse consultabili online (in inglese): Designing Content First for a Better UX, It’s Not UX vs. UI, It’s UX & UI
Complicare inutilmente la vita ai visitatori
In realtà il titolo originale del paragrafo che riportiamo da SitePoint (la fonte di questa serie di post) recita letteralmente “far pensare l’utente”. Ne abbiamo parlato più volte anche su InternetPost e diversi studi lo confermano: la pazienza dell’utente è misurabile nell’ordine dei secondi e l’obiettivo degli addetti ai lavori è quello di rendere tutto più immediato, eliminando azioni, passaggi, click superflui.
Le classiche schermate destinate alla creazione di un qualsiasi account costituiscono un ottimo esempio: richiedere la compilazione di troppi campi può portare all’abbandono immediato dell’utente e ad una mancata registrazione. Osservate come Pinterest necessiti di poche informazioni, o si appoggi direttamente ai social, per effettuare la creazione di un account.
Ancora una volta, opportuni test di usabilità aiutano il designer a determinare il livello di tolleranza del target, in base al quale si potrà poi stabilire il numero di campi, passaggi e via dicendo.
- Risorse consultabili online (in inglese): How to reduce friction with good design, a shorthand for designing UI flows
In chiusura l’editorialista ricorda che un approccio minimalista ed orientato al mobile (material design, flat design), unitamente ad una buona conoscenza dei principali “trucchetti psicologici” (es: imparare ad utilizzare i colori appropriati in base alle emozioni che si vogliono suscitare nell’utenza), possono aiutare il designer a conseguire un adeguato risultato finale.