In un articolo del 20 gennaio scorso (disponibile a questo link) abbiamo visto come l’acquisto del PIR (Public Interest Service), società che gestisce il dominio .ORG, abbia suscitato varie polemiche ed alzate di scudi sia dalla parte dei detrattori che dalla parte dei favorevoli. Nell’articolo di oggi vedremo due impressioni di entrambe le parti ed un commento “illustre” sulla vicenda.
Pro Vendita
Nell’editoriale in difesa della vendita del dominio .ORG, Jeff Bedser (membro del CDA di PIR) difende a spada tratta il passaggio a Ethos Capital della società di cui fa parte. Secondo Bedser, passare da un sistema che redistribuisce gli utili alla Internet Society (ISOC, che controlla PIR) ad uno che mantiene i guadagni per poter migliorare i servizi è un netto passo avanti, nonostante consideri molto importante la missione di ISOC, che da sempre vuole migliorare la qualità di Internet. La genericità di questo scopo non dà le stesse garanzie al dominio .ORG rispetto ad una proprietà dedicata esclusivamente ad esso.
Per questo motivo, secondo Bedser, la decisione di passare a Ethos Capital riflette il monito di garantire agli utenti del dominio il livello etico di sempre, visto che va nel diretto interesse dello sviluppo di .ORG e nelle maggiori garanzie di investimenti per migliorarne la qualità. Da membro del CDA, Bedser garantisce che il lavoro che verrà svolto da qui in avanti dal nuovo proprietario non sarà una marcia indietro, poiché sarebbe stupido gettare alle ortiche tutti i passi fatti finora, che hanno reso il .ORG un dominio di qualità, tranquillizzando anche coloro che vedevano come nebulosa l’operazione di acquisto dicendo che è stata valutata più che attentamente da tutto il board.
Sempre in risposta alle preoccupazioni, Bedser fa tre esempi di promesse fatte da Ethos Capital per rassicurare i clienti del .ORG. La prima è che verrà messo un limite al prezzo, la seconda è che tutto il team rimarrà intatto a lavoro nel PIR e la terza riguarda il CEO John Nevett, anch’egli riconfermato alla guida dopo 15 anni di successi. Tutti questi fattori non erano né dovuti né scontati, ma Ethos li ha garantiti comunque, facendo notare una scarsa propensione ad un cambio di rotta preoccupante e repentino.
Contro la Vendita
A fare da contraltare alle dichiarazioni di Bedser interviene Nat Cohen, proprietario di Telepathy Inc., una società americana che, tra le altre funzioni, registra domini per i suoi clienti.
Cohen sposta il focus delle accuse verso ICANN, colpevole a suo dire di tradire l’interesse pubblico nella gestione dei domini registrati su internet. Il rischio, a suo dire, è quello di avere gravi ripercussioni sulla qualità della rete. La storia tra ICANN e .ORG è costellata, secondo Cohen, di tradimenti dei primi verso i secondi fin dai primi anni duemila, quando venne lasciata la gestione a ISOC anziché ad un gestore dedicato. Questo ha fatto sì che i finanziamenti siano stati indirizzati a ISOC e non esclusivamente al PIR. Oltretutto, si è fatto accettare un prezzo per registrazione molto alto, ai tempi di circa 6 dollari annui, soldi che poi andavano a finanziare la IETF (Internet Engineering Task Force). Si accusa quindi ICANN di non aver finanziato direttamente IETF e di aver preferito la soluzione di prelevare i soldi dal PIR e quindi da dominio .ORG, che invece ne avrebbe beneficiato.
Un altro tradimento si è verificato quando ICANN ha concesso l’aumento dei prezzi del 10% (nel 2006), facendo lievitare ancora di più gli incassi delle registrazioni e dei domini. Negli anni, poi, gli aumenti si sono intensificati e dai 5 milioni di dollari annui del 2004 si è arrivati agli oltre 75 milioni del 2018, andando contro lo spirito stesso del dominio, che da sempre è pensato per società senza scopo di lucro.
Anche Tim Berners-Lee, colui che è stato considerato il “papà” di Internet, ha preso posizione nel dibattito riguardante la vendita ad Ethos Capital della gestione del dominio .ORG. Lo ha fatto con un tweet piuttosto chiaro, utilizzando anche l’hastag #SaveDotOrg, che in queste settimane è diventato molto popolare tra i contrari all’accordo.
Nel tweet, Berners-Lee dice testualmente:
Sono molto preoccupato riguardo alla vendita del .ORG ad una compagnia privata. Sarebbe una farsa se il Registro di Pubblico Interesse finisse per non agire nell’interesse pubblico. Abbiamo urgentemente bisogno di una spiegazione.
La questione, dunque, è tutto fuorché chiusa. Le posizioni sono ancora molto distanti e, per ogni accusa di chi è contrario e preoccupato dal passaggio di proprietà, c’è sempre una rapida risposta che cerca di fugare i dubbi più o meno sempre con gli stessi argomenti, evidentemente senza riuscirci. Tra questi argomenti, il più interessante è quello di Richard Barnes, membro di ISOC, che spiega come per aumenti di prezzo per la registrazione dei domini .ORG debba essere dato un preavviso almeno di sei mesi. Questo, secondo Barnes, dà tutto il tempo ad un’organizzazione di fissare il prezzo con un rinnovo decennale prima che il prezzo salga.