Tieni sotto controllo il performance e l’indicizzazione del tuo sito con WebMaster Tools di Google

Webmaster Tools è uno degli strumenti più utili per chi crea e gestisce siti web tra le numerose suite offerte da casa Google. Si tratta di un servizio del tutto gratuito che permette di monitorare l’indicizzazione del proprio sito web, le keywords con cui questo viene più frequentemente raggiunto e la velocità con cui il nostro sito web viene rilevato dagli stessi spider di Google.

Per iniziare ad usare questo strumento è sufficiente avere un account Google e verificare il proprio sito web andando a inserire il codice fornito da Google, inseribile nei meta tags della homepage del sito oppure direttamente come file HTML all’interno dello spazio web. Google impiega circa 24/48 ore per raccogliere i primi dati, e da quel momento si può tenere traccia completa di tutto quel che avviene. In questo articolo esponiamo solamente le funzionalità più interessanti, che qualsiasi webmaster dovrebbe iniziare ad utilizzare per il proprio sito web.

Sitemaps

La funzionalità Sitemaps consente di inviare a Google le sitemaps del proprio sito e ottenere un risconto diretto di quanti sono gli URL che il motore ha realmente rilevato e indicizzato. La creazione di una sitemap è molto utile per migliorare l’indicizzazione del proprio sito web in quanto consente di indicare esattamente tutti gli indirizzi di cui è composto il nostro sito web, senza che siano gli spider del motore a doverli cercare in autonomia.
Oggi tutti i principali CMS hanno al proprio interno anche un generatore di sitemap: la soluzione migliore è schedulare la creazione delle sitemap periodicamente (ogni settimana per esempio) e far si che Google possa avere accesso così sempre agli ultimi dati. Una volta inseriti gli indirizzi delle sitemaps all’interno di Google Webmaster Tools, vedremo comparire subito eventuali errori di lettura o semplicemente il numero di link all’interno se tutto è andato a buon fine.

Malware e statistiche di accesso dei crawlers

Alla voce “Diagnostica” è possibile consultare una serie di strumenti che indicano quale è lo stato di salute del nostro sito web. Tra queste la voce “Malware” è di fondamentale importanza perchè indica che qualcuna delle pagine del nostro sito contiene al suo interno del codice maligno, indicando quale è la pagina e quale è stato l’ultima rivelazione. Google penalizza i siti web che contengono codice malware fino ad escluderli completamente dai risultati di ricerca, è pertanto importante verificare frequentemente che nessuno abbia bucato una delle pagine del sito web per inserire codice esterno, prontamente rilevato da Google.

Una volta che il codice maligno viene rimosso dalle pagine segnalate, Google provvede direttamente a eliminare l’avviso. Le funzionalità “Crawl stats” e “Crawl errors” consentono invece di visualizzare la frequenza con cui Google scansiona le pagine del nostro sito web, oltre ad una media che ci consenta di capire quanta banda consuma effettivamente il passaggio del motore di ricerca all’interno delle nostre pagine: questo può divenire un problema nel momento in cui si abbiano consumi molto alti che incidono sulla quota mensile di traffico del nostro spazio hosting.

Performance

In questa sezione ci viene mostrato il tempo di accesso dei Google Bots alle nostre pagine, un parametro che indica quanto queste siano “lente” in apertura. Nell’immagine seguente, di esempio, vediamo che il sito impiega ben 7.2 secondi, un tempo eccessivo come riportato dalla soglia “SLOW” presente nel grafico.

Ma Google non si limita a questo, include anche una serie di suggerimenti che consentono di migliorare il tempo di apertura, tramite compressione GZIP (abilitabile sui server di Hosting Solutions per i nostri clienti). Il passo successivo è quello di utilizzare il tool Page Speed per Firefox per monitorare le singole richieste e le singole pagine del nostro sito web e procedere quindi ad una ottimizzazione dei tempi di apertura ancora migliore.

Il tempo di caricamento diviene un parametro molto importante dato che Google ha da poco iniziato a considerare anche questo valore per attribuire un ranking di indicizzazione ai siti web.