Il 6 luglio, dopo una serie di anticipazioni ed annunci, ha visto la luce una nuova piattaforma social fortemente voluta da Mark Zuckerberg. Il suo nome è Threads e l’obiettivo già dichiarato è quello di superare il diretto avversario, ovvero Twitter. L’idea di base è quella di prendersi tutta la platea di coloro che si sono trovati ad abbandonare il social del canarino dopo tutte le rivoluzioni imposte dall’arrivo del magnate Elon Musk oltre ovviamente ad attirare anche molti degli utenti ancora attivi. È ovvio come l’installazione di Threads non escluda l’utilizzo anche di Twitter, ma sin dal suo lancio si sono susseguiti tantissimi download che hanno portato ad un totale di 30 milioni di utenti. Questo nonostante la chiusura al mercato europeo, per i classici motivi di compliance alle politiche sul trattamento dei dati.
Ovviamente questa chiusura non ha fermato i più curiosi, che nonostante i blocchi europei sono riusciti a scaricarla per fare un giro sulla nuova piattaforma e raccontarne tutte le novità, a partire da quelle più immediate e legate all’aspetto. Entrando in Threads si nota subito una certa somiglianza estetica con un’altra piattaforma di Meta, ovvero Instagram, dalla quale prende evidentemente spunto e dalla quali trae anche l’algoritmo per proporre i contenuti del feed. Gli utenti Threads possono pubblicare post con un massimo di 500 caratteri così come foto e video. Quando si commenta un thread, proprio come su Twitter, si vedranno le risposte in primo piano come sul social di Musk. Ovviamente è presente la funzione di “retweet” che consente la sola condivisione dei post ed è impossibile modificare i thread dopo averli pubblicati, proprio come su Twitter.
Una delle pochissime differenze rispetto a Twitter ed ormai ogni altra piattaforma, è la mancanza degli hashtag, strumento ormai incluso in ogni tipo di comunicazione. Un dettaglio importante è che per effettuare il primo accesso verrà utilizzato il proprio profilo Instagram, ove esistente, e lo stesso nickname, secondo alcuni esperti questa scelta è mirata all’attrazione di un po’ più giovane. Rimanendo su questo tema, i minorenni che si iscrivono a Threads avranno automaticamente il profilo chiuso e per seguirli si dovrà inviare una richiesta.
Su Threads non è ancora disponibile un servizio di messaggistica come Direct, ma viene semplificata la condivisione dei contenuti su altre piattaforme non solo di Meta. Così come per tutti gli altri social, invece, è possibile filtrare, bloccare e scegliere chi seguire e chi no, così come verranno suggeriti gli account da seguire anche in base a chi e cosa seguiamo su Instagram. Tutte queste feature hanno scatenato l’ira di Musk, che minaccia denunce per aver copiato la sua piattaforma così come di aver utilizzato i programmatori che se ne sono andati da Twitter dopo i suoi licenziamenti, accusa prontamente smentita da Meta. C’è da dire che Twitter ha continuato la sua discesa libera di utenti dopo le nuove policy introdotte dal suo nuovo proprietario, che ad esempio ha inserito la possibilità di avere la spunta blu a pagamento, mentre un tempo “certificava” la veridicità del profilo. Ciò ha fatto aumentare la quantità di profili fake che però, vista la spunta blu, erano visti come reali ma che erano mirati a diffondere truffe o fake news.
Il futuro di Threads è tutto da scrivere, vista la giovinezza della piattaforma, ma si può già dire che sta convogliando più interesse rispetto a tutte le altre alternative proposte nel corso degli anni oltre che di tutte le novità annunciate sia da Musk che da Zuckerberg nel mondo dei social. Vedremo innanzitutto se verrà introdotta anche nei paesi UE (per questo dobbiamo attendere una sorta di risoluzione a tutte le cause del garante europeo nei confronti di Meta) e se riscuoterà lo stesso successo delle prime ore di vita.