Qualche tempo fa ha fatto molto scalpore l’arresto di Pavel Durov, il fondatore russo della nota ed utilizzatissima app di messaggistica istantanea Telegram, accusato proprio a causa delle attività che venivano perpetrate all’interno della sua applicazione. Dopo essere stato rilasciato previo pagamento della cauzione, nonostante abbia avuto l’obbligo di rimanere nei confini francesi, Durov è stato sottoposto dalle autorità ad una serie di richieste, inizialmente respinte.
Tra le richieste delle procure c’era sicuramente quella di aiutare a far luce su uno dei tratti che rendono molto utilizzata Telegram, ovvero la presenza di traffici particolarmente gravi che, nei casi più blandi, riguardavano applicazioni a pagamento rese disponibili in versione piratata, mentre in altri venivano coinvolti traffico di droga e pratiche ancora più scorrette. Tutto questo, stando a Durov, era dovuto alla presenza di uno strumento chiamato Telegram Search che permetteva di inserire chiavi di ricerca per trovare ciò di cui si aveva bisogno anche senza essere né iscritti né contatti interni delle chat con i contenuti illegali. Per far terminare queste attività, le autorità hanno chiesto al CEO di Telegram di dare loro accesso ai dati di coloro che sfruttavano questa funzionalità compiendo di fatto degli illeciti, ma inizialmente Durov ha fatto muro ricevendo anche il sostegno di personaggi influenti come Elon Musk in merito alla rivendicazione delle libertà degli utenti di tutto il mondo.
Sembra però che negli ultimi giorni, come spiega il sito internazionale Politico, questo paradigma si sia rovesciato e Durov ha annunciato che inizierà a collaborare con le autorità fornendo i dati agli inquirenti anche prima dell’arrivo di una richiesta del tribunale in seguito a una condanna. Questo cambia sicuramente lo scenario per tutto ciò che concerne i traffici illeciti di Telegram, perché da adesso, quindi, gli IP e i numeri di telefono di coloro che compiono reati verranno divulgati agli inquirenti. Oltretutto, sempre sottolineando la politica più distensiva verso le autorità, Telegram diffonderà sempre più di frequente i suoi report sulla trasparenza ed anche questa era una richiesta rifiutata per un mese dopo l’arresto di Durov ma che adesso sembra essere stata accettata di buon grado.
Questa svolta può sembrare una cosa di scarso valore ma segna sicuramente un cambio di passo ed un atto piuttosto netto verso una platea di utenti che in alcuni casi è stata anche particolare, basti pensare a coloro che su Telegram, vista la riservatezza, hanno inviato fino ad ora informazioni confidenziali militari durante l’invasione russa in Ucraina. In conclusione, questa modifica della policy sulla trasmissione dei dati alle autorità è stata applicata per tutto il mondo ed in ogni caso sempre in base a richieste legali valide.
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