Dopo dichiarazioni che sembravano direzionare l’Italia verso altri percorsi sembra proprio che il governo abbia intenzione di proseguire l’operatività del sistema SPID. Lo si apprende a margine di alcune interviste rilasciate da Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del consiglio, e del Ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo. Il sistema SPID, utilizzato come abbiamo visto in modo sempre più crescente negli ultimi anni, ha superato ormai da molto la quota dei 30 milioni di sottoscrizioni mediante tutti i vari identity provider accreditati.
L’utilità di questo sistema di identità digitale va di pari passo con la sua sicurezza, tanto che molte aziende durante il 2022 avrebbero valutato anche un modo di integrarlo come sistema di autenticazione ai loro portali. Dopo la scadenza delle convenzioni con tutti gli identity provider, ad eccezione di un paio di essi che l’avevano ottenuta nel 2022, l’incertezza sul futuro di SPID regnava sovrana, anche a causa delle dichiarazioni dello stesso Butti, che a dicembre dichiarava di voler effettuare il passaggio completo al sistema CIE.
Dopo due deroghe delle concessioni, raccontate anche su questo blog, negli ultimi giorni si è arrivati ad un punto di svolta: il sistema SPID andrà ancora avanti con il vero e proprio rinnovo delle convenzioni seguendo le parole di Alessio Butti che ha ufficializzato il tutto. La promessa però adesso è quella di integrare il tutto su unica piattaforma in attesa del già noto Wallet europeo per le identità digitali, per il quale sono già stati pubblicati i primi tool da parte della UE. L’Italia in questo si propone di semplificare al massimo il tema arrivando ad avere un sistema centralizzato prima ancora dell’arrivo del cosiddetto EUDI (European Digital Identity) che consenta di avere la digitalizzazione di tutti i documenti, comprendendo anche quelli attualmente materiali come la patente, la carta d’identità ed il passaporto. Arrivarci prima dell’Unione Europea, che ha in progetto di evadere il tutto per il 2025, sarebbe un grande vantaggio, innanzitutto perché potrebbe fungere da esempio proprio per la UE e poi perché si tratterebbe a quel punto di effettuare soltanto una integrazione e non dover rincorrere.
Dove porteranno tutte queste idee ce lo dirà soltanto il tempo, sta di fatto però che ad ora il sistema SPID è salvo e proseguirà, per le parole del sottosegretario, ancora per diversi anni, aggiustando anche le quote previste per gli identity provider, un punto a suo tempo molto critico che ora sembra invece superato.