Spesa ICT di imprese e start-up: le previsioni per il 2024

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Con l’avvicinarsi dell’anno nuovo iniziano a delinearsi tutti i vari scenari presi in considerazione dai vari osservatori riguardo a investimenti e spese previste per i vari settori economici. Per ciò che riguarda la spesa per soluzioni ICT e gli investimenti ci hanno pensato gli analisti dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, che hanno stilato uno schema generale delle previsioni.

La buona notizia è che anche per il 2024 le intenzioni generali delle grandi imprese e delle piccole e medie sia quella di proseguire con gli investimenti aggiungendo però anche una grande attenzione su tutto il contesto economico globale, che chiaramente potrà influire sulle decisioni durante il corso dell’anno in modo più o meno pesante. Per quel che riguarda gli aumenti di budget l’osservatorio del PoliMi divide le categorie in quattro andando in ordine di dimensione, per cui si passa dalle piccole alle grandissime imprese. In questo schema, le piccole e le medie imprese sembrano essere quelle che nel 2024 aumenteranno maggiormente i budget per le soluzioni ICT, rispettivamente del 3,5% e del 4,1%. Si passa poi alle grandi imprese, che aumenteranno i budget di una percentuale pari al 2,8%, e le grandissime imprese, che li accresceranno dell’1,5%.

Passando alle aree di maggior attenzione, le PMI ritengono fondamentali tre settori chiave, ovvero la Cybersecurity, Cloud Migration e Industria 4.0, concentrandosi, e spesso ci troviamo a sottolinearne l’importanza, sulla sicurezza (32%), mentre le percentuali delle altre due aree è pari, rispettivamente, al 27% ed al 25%. Le grandi e grandissime aziende concentreranno la loro attenzione principalmente sempre in Cybersecurity (57%) e poi a seguire in Business Intelligence (45%) e Big Data Management (37%).

Grande attenzione invece è quella rivolta verso la Open Innovation, ovvero quel modello che prevede l’innovazione delle aziende mediante l’utilizzo di risorse anche esterne come, ad esempio, StartUp e Università. Questo approccio sta avendo sempre maggiore importanza anche tra le imprese italiane ed i dati raccolti dall’Osservatorio mostrano, per il 2024, che l’86% delle grandi e grandissime imprese ha in mente di adottarlo, contro il 48% delle PMI. Le sole collaborazioni con le StartUp, invece, interessano al 58% delle grandi e grandissime imprese mentre vengono seguite solo dal 10% delle PMI, ma da questo punto di vista i motivi si possono ricondurre a ragioni di carattere economico.

Lo sguardo poi si poggia sui modelli organizzativi delle aziende italiane, ponendo inizialmente la lente d’ingrandimento sulle criticità riscontrate per progettare l’innovazione digitale divise tra quelle degli ultimi tre anni e quelle da aspettarsi per i prossimi. Se nel recente passato le criticità erano l’integrazione con le strategie aziendali, la stesura di processi organizzativi attuabili e la definizione della metodologia di sviluppo dei progetti. Nei prossimi tre anni, invece, si prospettano criticità quali il coinvolgimento delle personalità interne alle aziende e la coordinazione con le varie unità oltre alle metodologie di misurazione dell’efficacia delle procedure avviate.

Ovviamente per portare avanti i modelli organizzativi le aziende hanno avviato una serie di procedure, tra le quali l’Osservatorio elenca, nel 41% dei casi, la creazione di unità interne che si occupano dell’innovazione, nel 43% dei casi alle unità interne si è aggiunta la pratica del riporto alla direzione, mentre più della metà del campione ha direttamente creato una figura aziendale chiamata Innovation Champion, ovvero colui che all’interno dell’azienda promuove e segue l’innovazione in prima persona. Il 6% delle aziende prese in esame dall’Osservatorio del PoliMi invece ha preferito utilizzare approcci più diffusi, cercando di inserire tutti i lavoratori nel percorso verso l’innovazione.

 

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