In vista dell’applicazione delle nuove misure anti-Covid per l’accesso alle strutture pubbliche e non, nei prossimi mesi assisteremo sicuramente ad un cambio di strategie che riguarderà anche il ricorso allo Smart Working. In questo articolo vedremo le principali misure pensate per il settore pubblico e per quello privato, stando agli ultimi aggiornamenti in materia.
Settore Pubblico
Nelle PA ormai si prospetta, dopo più di un anno e mezzo, il ritorno negli uffici per i dipendenti. Per fare ciò, il Ministro per la Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, anche in base ai dati sul PIL ed alla crescita in atto, spinge ad un graduale quanto necessario rientro in presenza. Questo, secondo il Ministro, servirà anche per fornire maggiore supporto ai cittadini e per una maggiore efficacia dei dispositivi di legge introdotti in questi mesi. Ma andiamo per gradi.
Il servizio principale ai cittadini per il quale si spinge è la fine della DAD ed il rientro degli alunni delle classi. Questo sarebbe possibile grazie alla vaccinazione di studenti (ove possibile) e dei docenti, utilizzando quindi il green pass. Per le nuove norme introdotte dal governo invece, la presenza in ufficio dei dipendenti delle PA semplificherebbe un maggior supporto per l’accesso a misure come il Superbonus al 110%, altra riforma particolarmente critica.
Grazie al green pass, dicevamo, il lavoro in ufficio tornerebbe ad essere la normalità, ma il ricorso a soluzioni da remoto non sarebbe comunque più considerato un’opzione impraticabile ed inaccessibile. Come visto in alcuni articoli, infatti, le PA non sono certo rimaste a guardare, investendo il più possibile in soluzioni che permettessero la continuità operativa dei loro dipendenti.
Settore Privato
Come al solito, le misure del settore privato puntano più sulla praticità. Anche in questo caso, tramite molti articoli abbiamo spesso spiegato come le nuove modalità lavorative siano state accolte con grandissimo favore. Per molte aziende, anche in base agli accordi presi durante l’ultimo anno e mezzo, lo Smart Working è ancora una soluzione prolungabile e percorribile fino al 2022. Si pensi soltanto alle decisioni prese da colossi come Fastweb e Poste Italiane.
C’è poi la questione dell’alternanza presenza-remoto, una soluzione ibrida che piace ai dipendenti e che consente di avere una maggiore sicurezza. Per tantissime aziende, poi, il lavoro agile è una risorsa che verrà implementata e non ridotta con l’inizio del nuovo anno lavorativo. Oltre alle soluzioni ibride, molte realtà stanno pensando a rendere stabile il lavoro da casa di alcune figure. In molti articoli abbiamo ripetuto, inoltre, come lo Smart Working costituisca un vantaggio anche dal punto di vista economico-ambientale. Focalizzandoci sulla parte economica, non avere più necessità di grandi spazi lavorativi consente di risparmiare sugli affitti e quindi sulle forniture di energia.
Come abbiamo visto, le strategie che si stanno delineando per i due macro-settori economici italiani sono particolarmente diverse tra loro. Nei prossimi mesi avremo sicuramente maggiori dati sull’efficacia di tutte quelle che abbiamo passato in rassegna. Un ultimo, importante, dato però viene dalla Fondirigenti, che in un sondaggio dello scorso aprile ha riscontrato come il 54% delle aziende sia intenzionato a rendere lo Smart Working l’unico regime lavorativo.