Rete Internet: dalla trascendenza del Web con i suoi protocolli alla fisicità della rete, seguendo il viaggio di un impulso elettrico
Abbiamo già avuto modo di spiegare come funziona la rete Internet dal punto di vista dei protocolli, dei DNS, degli indirizzi IP e dei router. Nello stesso appuntamento, siamo giunti a una conclusione molto interessante, secondo cui la rete Internet non è una realtà trascendentale, ma è una tecnologia ricca di una fisicità che si realizza attraverso i cavi, i circuiti, i dispositivi, i server e gli edifici che permettono ai protocolli di cui abbiamo parlato di funzionare in modo corretto, garantendo così l’accesso a Internet a tutti coloro che ne hanno necessità.
La fisicità della rete Internet è difficile da percepire, soprattutto per i non addetti ai lavori, che guardano al Web come a un luogo effimero racchiuso nello schermo del PC o dello smartphone/tablet che ci portiamo in tasca. Un luogo quindi che non possiede dimensioni, che non può essere visitato se non tramite l’uso di un browser e una tastiera e che non ha odori e presenze.
Cosa accadrebbe se vi dicessimo che non è così e che la rete Internet ha una sua fisicità ben definita? E che possiede una dimensione reale e misurabile, che si concretizza in luoghi che possono essere visitati tramite l’uso di un badge e nei cui corridoi si possono incontrare centinai di professionisti, mentre la vista scruta cavi e armadi in acciaio e l’olfatto percepisce odori tecnologici?
Nessuno ci crederebbe, probabilmente. E tutto questo è quanto è accaduto al giornalista Andrew Blum, che a causa di un guasto a Internet e al successivo intervento di un tecnico del suo provider, scopre che la sua rete Internet non funzionava per colpa di uno scoiattolo che aveva rosicato un cavo. Da questa esperienza Blum ha scoperto la fisicità della rete Internet, fatta, ad esempio, di cavi sottomarini che collegano le coste dei continenti e che vengono posati da operai, a volte subacquei, ricorrendo anche a navi destinate specificamente a questo scopo.
Alla scoperta della fisicità della Rete Internet
Anche noi possiamo scoprire la fisicità della rete Internet, seguendo il tour che i nostri bit compiono a partire dal nostro PC. Quando decidiamo di visitare un sito attraverso il browser, inviamo tutta una serie di richieste che vengono tramutate dai modem/router presenti nei nostri appartamenti in segnali elettrici. Questi segnali viaggiano nel doppino telefonico in rame (solo i più fortunati sono collegati attraverso la fibra ottica) lungo l’ultimo miglio, il cavo in rame di circa 1.5 km che collega la nostra abitazione a una centrale telefonica locale. Questo è il primo segno della fisicità della rete Internet! Una volta che il segnale elettrico è giunto nella centrale telefonica dove sono installati determinati apparecchiature (come i DSLAM per le connessioni ADSL), bisogna andare verso il resto della Rete e i segnali vengono indirizzati a una centrale telefonica gerarchicamente superiore presente sul backbone o collegamento dorsale, composto interamente da fibra ottica. Ecco un altro esempio di fisicità di Internet: i cavi in fibra ottica su cui sono destinati le informazioni delle centrali locali connesse alle centrali di backbone con altrettanti cavi in fibra o rame (a volte anche con i ponti radio) che vengono definiti di backhauling o secondo miglio.
Se necessario, il segnale elettrico passa dai cavi della dorsale di un operatore ai cavi della dorsale di un altro operatore attraverso i peering, che si incontrano in un NAP (punto di interscambio) dove si incontrano più reti. Un NAP in Italia è il MIX di Milano, un edificio collocato presso il Centro Direzionale delle Assicurazioni Generali di Via Caldera 21.
Rete Internet e i cavi sottomarini
Ecco che Internet diventa così un luogo fisico. Se la nostra richiesta iniziale è indirizzata verso un sito Web su territorio nazionale, il segnale elettrico ripercorre tutta la strada all’inverso fino a giungere, ad esempio, a un datacenter nostrano e alle sue apparecchiature: un altro edificio, altri cavi e altri dispositivi che conferiscono fisicità alla rete Internet. Se invece, richiediamo servizi da un server americano, ecco che il nostro segnale elettrico passa attraverso i cavi sottomarini che a Est e a Ovest collegano il continente europeo con quello americano. Il nostro segnale elettrico passerà da edifici come quello della Western Union che è sede di circa una mezza dozzina delle reti che servono i cavi sottomarini che viaggiano in fondo all’oceano che connettono l’Europa e l’America e attraverso l’edificio posto al 60 Hudson Street di New York, dove si collegano tra loro il maggior numero al mondo di network appartenenti alla rete Internet, prima di giungere a destinazione, attraverso una fitta maglia di cavi.
Insomma, la rete Internet è davvero una rete fisica e la sua percezione trascendentale è solo un’effimera convinzione!