Protezione Dati: un report del 2021

Da un report di Veeam diffuso pochi giorni fa sono emerse particolari preoccupazioni riguardo alla protezione dati da parte delle grandi aziende durante il 2022. C’è innanzitutto grande distanza tra la volontà di raggiungere gli obiettivi di business e le reali capacità per farlo, ciò significa che moltissime aziende, circa l’89%, non riesce a proteggere i propri dati in modo efficace. Il campione analizzato è composto da 3000 tra IT manager ed aziende di dimensioni globali ai quali è stato chiesto cosa si attendono per il futuro del loro settore.

Le priorità riguardo alla protezione dei dati, per il 46% degli intervistati sono i servizi di backup in cloud e Disaster Recovery. Un’altra issue molto importante è quella dell’integrazione della cybersecurity nei servizi on premises e sulle soluzioni IaaS e PaaS, così come l’integrazione nelle soluzioni di sicurezza anche la protezione dei dati. Altre tematiche alle quali le aziende tengono molto sono l’automazione delle procedure di recovery e nuovi modelli di servizi a consumo.

Tantissime aziende stanno passando ai sistemi Cloud per la protezione dei dati, facendo denotare un dato sempre in salita anche se non quanto gli scorsi anni. Nonostante questo, siamo arrivati ad un 67% di aziende che utilizza il Cloud per i backup con una percentuale dell’81% attesa per il 2023.

A livello globale, il 76% delle aziende ha subito, nel 2021, interruzioni di servizio dovute ad attacchi informatici con ransomware. Tra essi, almeno il 36% ha subito una perdita di dati, pertanto è necessario continuare ad investire per la protezione di quest’ultimi. La miglior soluzione è la sottoscrizione di servizi di backup in cloud, che con l’elevato livello di sofisticazione degli attacchi sono uno dei pochi baluardi da utilizzare per tutelare sé stessi e le proprie aziende.

Passando al nostro paese, il manager italiano di Veeam, Andrea Vingolo, ha dichiarato a Il Sole 24 Ore che nell’ultimo anno poco meno del totale delle aziende (98%) ha affrontato interruzioni impreviste dei propri sistemi, mentre l’80% hanno identificato una importante distanza tra i dati che possono perdere e quelli che vengono salvati nei backup. Proseguendo con la sua disamina, Vingolo spiega anche che l’83% delle aziende italiane ha un grosso gap tra il ripristino dell’operatività dei sistemi e gli accordi di Service Level Agreement (SLA).

A parte queste notizie ancora non troppo positive, però, questa ricerca di Veeam dimostra anche la buona volontà delle aziende italiane per un rinnovamento ed una nuova consapevolezza dell’importanza della cybersecurity dei dati. Tale consapevolezza, oltretutto, potrà trovare un grosso sostegno da parte del PNRR, che consentirà di tradurla in investimenti veri e propri.

 

Fonti: 1, 2, 3