Open Source cloud: i trend a breve e lungo termine

Trend cloud open source

Il cloud computing è uno dei pilastri dell’economia digitale e sempre più aziende, appartenenti ai settori più eterogenei, si ritrovano ad utilizzare la nuova tecnologia (grazie a soluzioni private, pubbliche ed ibride) per rendere disponibili servizi e prodotti ai propri clienti. Diverse compagnie specializzate in analisi di mercato confermano la diffusione del cloud ad ogni livello, da quello delle più grandi compagnie (per 451 Research il 45% dei workload enterprise è eseguito dal cloud ed entro il 2018 si raggiungerà il 60%) fino alle piccole e medie imprese (small and medium-sized businesses o SMBs).

In questo scenario in cui la nuvola ricopre un importante ruolo per l’attività lavorativa delle aziende, la messa in atto di una strategia cloud vincente è cruciale perchè da questa dipenderà probabilmente il successo o l’insuccesso dell’impresa sul mercato. E come sottolinea Linux Foundation, le strategie cloud di successo hanno solitamente a che fare con Linux ed il software open source. Nel paragrafo successivo iniziamo con il vedere quali sono i trend cloud che stanno influenzando le scelte delle aziende.

Strategie cloud ibrido sul breve termine

Una recente ricerca effettuata dal Nginx ha scoperto che circa il 44% delle piccole e medie imprese IT si affida a microservizi in sviluppo ed in produzione. Anche l’utilizzo di piattaforme cloud pubbliche è molto diffuso tra le SMBs che si rivelano certamente più rapide delle grandi compagnie nel rispondere ai cambiamenti del mercato, anche per via del minor numero di vecchie applicazioni (legacy) in uso ed inferiori investimenti on premise.

Le soluzioni cloud ibrido sono indicate da molti istituti di ricerca come tra le più popolari del momento con percentuali di crescita composta del 27%. IDC afferma addirittura che nel 2017 circa l’80% delle organizzazioni IT si affiderà ad una soluzione ibrida. Linux Foundation osserva tuttavia che la rapida ascesa dell’ibrido non rispecchia la tendenza generale dell’industria, bensì quella delle sole compagnie enterprise più grandi le quali hanno i budget per investire in soluzioni ibride – i workload etichettati come “critical” restano on premise mentre per risorse aggiuntive e storage si ricorre al più comodo cloud pubblico.

Il punto di vista della Fondazione viene confermato dai dati relativi alla fascia media del mercato: qui il tasso di adozione del cloud ibrido crolla al 10% (fonte 451 Research). Il cloud ibrido si rivela quindi un buon ambiente di transizione per i vecchi workload on premise in cui “sperimentare” anche le potenzialità del cloud senza dover spostare l’intera infrastruttura nel cloud pubblico: “diverse imprese utilizzano già una combinazione di servizi cloud forniti da più provider. Mentre l’utilizzo del cloud pubblico continuerà ad aumentare, il cloud privato ed hosted cresceranno almeno durante il 2017.  [Ciò condurrà alla nascita] di ambienti multicloud nelle aziende che necessiteranno di coordinare il tutto attraverso scenari ibridi” osserva Gartner.

Strategie sul lungo termine: microservizi e cloud pubblico

Da qui al 2020 le aziende convergeranno sulle piattaforme cloud pubbliche. I workload abbandoneranno quindi gli ambienti ibridi per trasferirsi nella nuvola (saranno quasi triplicati rispetto al 2016, dal 16% al 41,3%). A dominare il settore i tre soliti big: AWS, Google e Microsoft in grado di fatturare oltre la metà delle rendite totali del mercato. Entro la fine di quest’anno, i servizi cloud pubblici toccheranno quota 208 miliardi, in crescita del 172% rispetto a dodici mesi fa. A registrare il miglior risultato i servizi IaaS (+42,8%) seguiti dai SaaS (+21.7%).

Tra i punti di forza del cloud pubblico, osserva la Fondazione Linux, anche il fatto di affidarsi in larga parte a software e tecnologie open source. Ciò mette a disposizione API e framework abbastanza consistenti da consentire la duplicazione delle infrastrutture da una piattaforma cloud all’altra senza troppi problemi; anche la “portabilità” delle applicazioni è una diretta conseguenza di quanto appena detto, un fattore che contribuirà all’affermazione di un altro importante trend futuro, quello dei microservizi. 

 

Fonte