NoName ci riprova: rivendicato un attacco mai sferrato

Il collettivo già noto in Italia dal nome NoName057 si è reso protagonista di reiterati attacchi veri o presunti ai siti ministeriali del nostro paese e non solo. Come abbiamo ormai diverse volte raccontato su questo blog, la sua vicinanza col regime russo ha fatto sì che dopo l’inizio dell’invasione in Ucraina e con l’appoggio del nostro paese a quello di Zelensky si siano verificate più offensive.

Nei mesi passati abbiamo visto infatti i vari tentativi di attacco a siti come quello del Ministero dell’Interno, quello della Giustizia o quello dei Carabinieri giusto per citare tre esempi. In molti di questi casi le offensive si sono risolte con un nulla di fatto mentre però nei canali ufficiali NoName057 asseriva totalmente il contrario gridando alla vittoria. Gli attacchi del gruppo, principalmente DDoS erano stati infatti mitigati in pochi minuti fatta eccezione per l’attacco sferrato ad ATAC, che è durato qualche ora ma senza troppi strascichi. In altri casi, invece, il collettivo filorusso aveva addirittura approfittato di down generici dei siti di alcuni portali pubblici dicendo che erano state portate a segno le loro offensive, delle quali però gli esperti di ACN e della Polizia Postale non avevano trovato traccia. C’è da dire, per serietà, che per le offensive ai vari ministeri si erano tempestivamente attivate tutte le autorità in modo rapido, annullando qualsiasi effetto.

L’ultima avventura di NoName057 riguarda un presunto attacco sferrato solo qualche giorno fa al portale per la Carta d’Identità Elettronica (CIE) che era andato in down nella tarda mattinata del 25 maggio. Come in altri casi già citati, anche stavolta NoName057 si è attribuita una vittoria per un attacco in realtà mai sferrato, poiché il down dei servizi CIE era dovuto ad operazioni di manutenzione interna. Si sa che la propaganda, in tempo di guerra, è fondamentale ed è questa la spinta per i collettivi di hacker filorussi per rivendicare di aver colpito obiettivi sensibili senza però mai aver tentato nemmeno di farlo.

A giustificare il down è intervenuta la stessa società di gestione del pannello CIE, che spiega come un incendio avvenuto nei pressi dello stabile che ospita i servizi si sia verificata anche un’assenza di connessione che ha richiesto l’intervento di tecnici. La sorpresa in questo caso è data dalla velocità di rivendicazione, segno che gli hacker si interessano continuamente all’operatività dei loro obiettivi e rimangono pronti per ogni evenienza. Il problema poi proviene anche dal mondo dei media, che molto spesso non valuta la veridicità delle notizie prima di pubblicarle e questo è accaduto anche in questo caso, con alcune testate anche prestigiose che hanno subito parlato di attacco hacker andato a segno.

 

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