Microsoft Managed Desktop: il futuro di Win10 è “as a service”?

Windows 10: le confezioni retail potrebbero essere presto un lontano ricordo. Arriva Managed Desktop

Windows 10 si prepara ad abbondare i PC desktop ed a raggiungere il cloud? Non proprio ma secondo quanto rivelato da diversi portali specializzati, incluso ZD Net che segue da vicino l’attività di Redmond, la concezione trentennale di sistema operativo è destinata a cambiare sul breve-medio termine.

A rivelare il nome del prossimo servizio che sarà lanciato dalla compagnia è stato il sito Petri.com: tra i tanti annunci di lavoro pubblicati è stato infatti notato più volte un “Microsoft Managed Desktop”. Ma di cosa si tratta esattamente?

Mi è stato detto che [questo servizio è], fondamentalmente, la variante Microsoft del “desktop as a service”. Consentirà ai clienti di “affittare” un dispositivo Windows che sarà automaticamente preparato [per loro] ed avrà l’OS costantemente aggiornato, [ed altro ancora, dietro al pagamento di un canone mensile]

ha affermato l’editorialista di ZD Net. Se si parla tuttavia di un servizio desktop as a service (o DaaS), dove sta allora la presunta novità, si potrebbero chiedere alcuni lettori. I cosiddetti terminal services prima ed i desktop remoti dopo sono presenti ormai da diversi anni nei listini di aziende specializzate come VMware e Citrix. In cosa differisce il servizio Microsoft?

Sono il provisioning e la modalità di aggiornamento le caratteristiche su cui punta Microsoft: in primo luogo buona parte del sistema operativo sarà sempre presente sul dispositivo prescelto, eliminando quindi gli inevitabili problemi di latenza delle classiche proposte DaaS. In secondo luogo Redmond conta di convertire le aziende al nuovo modello “as a service” giocando la carta della “prevedibilità”, termine che si traduce nel conoscere esattamente il budget che sarà impiegato nell’arco di 12 mesi e nella consapevolezza di ricevere supporto ed aggiornamenti in modo permanente.

Windows come Office 365?

Tra le problematiche ricorrenti di chi si affida al classico Windows desktop c’è quella degli aggiornamenti. Non si tratta di una criticità dell’OS in sé ma delle modalità con cui Microsoft testa e pianifica gli update. Da quando Windows 10 è sbarcato sul mercato, Redmond ha variato leggermente la tabella di marcia focalizzandosi sulla pubblicazione di due update principali (major update) all’anno – l’equivalente dei vecchi service pack che però si succedevano a maggior distanza uno dall’altro. Se il 2017 ha visto quindi l’arrivo il Creators Update ed il Falls Creator Update, nel 2018 si avranno altri due major update (Windows April Update, seconda metà di aprile, ed un altro in arrivo entro la fine dell’anno).

Falls Creator Update e soprattutto l’April Update, i cui molteplici rinvii avevano già destato più di una preoccupazione nelle aziende, hanno causato molteplici “imprevisti”, da semplici conflitti hardware/driver fino all’impossibilità di lanciare determinate applicazioni (inclusi programmi della suite Office) ed alle indesiderate schermate blu (dette anche BSOD, blue screen of death). L’imprevedibilità degli aggiornamenti, che può compromettere irrimediabilmente l’attività lavorativa, ha spinto varie imprese ad affidarsi a soluzioni DaaS, osserva l’editorialista di ZD Net, poiché in grado di aggirare gli incidenti di percorso delle varianti desktop.

Windows è quindi destinato a seguire le orme di Office 365? Non è possibile affermarlo con certezza anche se l’iter tracciato da Microsoft è abbastanza chiaro: se il modello “ad abbonamento” funziona, è del luglio 2017 la dichiarazione ufficiale che pone 365 davanti alle controparti retail per entrate complessive, perché non applicarlo ad un altro prodotto largamente utilizzato in ambito enterprise? Il giornalista Steven J. Vaughan-Nichols, tutt’altro che entuasiasta, ipotizza che il passaggio dagli os retail a quelli managed richiederà al massimo tre anni:

Microsoft Managed Desktop è una prima mossa per sostituire il “vostro” desktop” con un desktop “in affitto”. Per il 2021 mi aspetto che i Managed Desktop [siano l’equivalente di quello che è oggi Office 365]: l’ondata del futuro. O forse uno tsunami, in base al vostro punto di vista. […] Non sono soddisfatto [di quel che sta accadendo]. Sono abbastanza vecchio da ricordare la rivoluzione dei PC. Si passò dall’essere dipendenti dai mainframe e dai box Unix all’avere a disposizione la reale capacità computazionale nei nostri desktop. Fu una liberazione. Ora Microsoft, che contribuì a guidare quella rivoluzione, sta tentando di riportarci al vecchio, centralizzato modello di controllo.

Fonti: 1, 2