All’inizio del mese di dicembre 2022 avevamo parlato di una multa milionaria comminata al colosso Meta di Mark Zuckerberg, nota azienda che controlla, tra gli altri, Facebook e WhatsApp. In quel momento la multa che era stata avanzata ammontava a 265 milioni di Euro ed era stata prontamente contestata. Il 31 dicembre scorso, invece, una nuova ammenda di 390 milioni di Euro si è abbattuta sul colosso statunitense, oltre ad un grossissimo problema da risolvere per quel che riguarda le inserzioni a pagamento ed il targeting.
Questo perché il garante irlandese della privacy, che ha comminato anche la multa di inizio dicembre, ha anche indicato a Meta l’obbligo di rivedere totalmente il sistema di raccolta di dati per le inserzioni. Dopo un’annata non facile, basti pensare alla grande campagna di licenziamenti che ha portato ad ingenti tagli di personale, adesso Meta si ritrova anche obbligata a trovare una nuova forma di raccolta dati per il targeting in tre soli mesi.
La multa è arrivata alla cifra di 390 milioni a causa della somma di due sanzioni, una che va a colpire Facebook e l’altra rivolta a Instagram, per una lunga serie di violazioni del GDPR, la normativa che regola la privacy nella UE. Tali sanzioni arrivano al termine di una serie di inchieste durate diversi anni, avanzate entrambe da noti attivisti europei e partite da Austria e Belgio. A dire la verità però le irregolarità multate riguardano le modalità di raccolta del consenso utilizzate precedentemente all’entrata in vigore del GDPR.
Fondamentalmente il punto contestato alla società di Zuckerberg e che gli si richiede di modificare definitivamente è quello su cui si basa l’intero impianto pubblicitario delle piattaforme Facebook e Instagram, nelle quali viene mostrata pubblicità personalizzata agli utenti senza passare da un vero e proprio consenso. Gli utenti devono invece avere la possibilità di rifiutare questa possibilità senza poi ricevere pubblicità ad hoc. Se non verranno presi provvedimenti, almeno per il territorio dell’Unione Europea bisognerà togliere la possibilità di pubblicare campagne di annunci a pagamento. Nei prossimi mesi sicuramente si potranno avere nuovi aggiornamenti su questa vicenda che si trascina ormai da diversi anni.