Linux è il sistema operativo più utilizzato in ambito hosting e cloud computing. Tra le numerose distribuzioni (alle quali ci si riferisce anche con il termine “distro”, l’abbreviazione di distribution) sembra stia acquisendo sempre più popolarita Linux Mint, tanto che l’editorialista del portale Datamation si è chiesto se sia in grado di rimpiazzare la storica distro Ubuntu. Vediamo insieme cosa ha scoperto installando ed analizzando l’ultima versione disponibile online (Gennaio 2016).
Dopo aver lanciato il sistema operativo, l’utente si trova davanti ad un classico box di benvenuto suddiviso per argomenti e con link diretto al canale IRC di supporto. Tra le voci presenti anche il collegamento al Software Manager, una sezione dedicata “alla scoperta” degli applicativi presenti nell’installazione base. Ubuntu (sia con shell unity che gnome) accompagna l’utente al desktop principale dal quale poi, una volta iniziate a visionare le icone presenti, individuerà anche quella relativa all’Ubuntu Software Center.
Un altro aspetto lodato dal reviewer è il MintMenu grazie al quale è possibile individuare in modo semplice e rapido applicazioni installate, varie impostazioni regolabili dell’OS e molto altro. Ubuntu potrebbe risultare leggermente meno intuitivo in base alle preferenze dell’utente di turno: le operazioni descritte avvengono infatti tramite dashboard, elemento che finisce con l’occupare l’intero schermo.
Sempre rimanendo in tema di applicazioni, dal MintMenu è possibile anche procedere all’installazione di software non presente di default. Il modo in cui tutto è gestito attraverso un’unica finestra di dialogo è un altro punto a favore di Linux Mint, aggiunge l’editorialista.
Ubuntu risulta invece meno immediato perché consente nuove installazioni o via Software Center o apt (Advanced Packaging Tool) o via applet installabili, per la maggior parte delle quali occorre avere il corrispettivo PPA (personal package archive).
Installazione delle applicazioni, layout ed usabilità
Se da questo punto di vista Mint risulta nettamente superiore ad Ubuntu, alla prova dei fatti emergono alcune problematiche: l’editorialista ha riscontrato infatti vari errori nell’installazioni di applicazioni Mint. Non si tratta di una situazione inedita in ambito Gnome 3, diverse app non riescono a tenere il passo delle ultime release risultando quindi instabili o restituendo vari errori, ma Ubuntu da parte sua non ha mostrato le medesime incertezze.
La tappa successiva della prova, che menzioniamo per concludere la prima puntata del confronto Mint – Ubuntu, ha visto una rapida analisi del layout e dell’usabilità generale. Il reviewer ha in questo caso affermato di aver gradito il modo in cui Mint consente di utilizzare le applicazioni senza dover aprire delle nuove finestre (Ubuntu è l’esatto opposto) e rendendo quindi più scorrevole e meno frammentario il susseguirsi delle azioni (o “flow”).
Appuntamento a sabato con la seconda ed ultima parte del confronto tra le due distribuzioni Linux.