La SERP di Google ha subito una notevole evoluzione nell’ultimo decennio. Gli utenti hanno cambiato il modo di fare ricerca e l’algoritmo di Google ha cercato di tenere il passo, mettendo spesso in difficoltà esperti SEO e SEM costretti a dover cambiar rotta.
Una ricerca condotta nel 2005 da Enquiro dimostrava come l’attenzione degli utenti ricadesse insistentemente nella parte in alto a sinistra della pagina di ricerca. Famoso diventò il cosiddetto Golden Triangle, ossia una mappa di calore che poneva in risalto le zone sulle quali lo sguardo degli utenti si soffermava più a lungo.
Come è possibile rilevare dal grafico, l’occhio si soffermava molto di più sulla parte in alto a sinistra (zona rossa) piuttosto che sul resto della pagina (zona blu). Ciò significava che i risultati presi in considerazione dagli utenti fossero esclusivamente i primi 2 o 3. Secondo questo studio, quindi, la probabilità di un sito di essere visitato tramite la SERP di Google era drasticamente ridotta qualora non si trovasse nelle primissime posizioni. Sulla base di questi risultati, gli esperti SEO iniziarono a lavorare cercando di far risalire disperatamente i propri siti nelle prime posizioni del motore di ricerca.
Cosa è cambiato nella serp di Google dal 2005
Negli ultimi anni non soltanto gli esperti SEO, ma anche gli stessi utenti hanno imparato a conoscere la logica di Google, modificando il modo di fare ricerca. Quest’ultimi sono diventati sempre più bravi, ed hanno imparato a muoversi nella pagina di search così bene, da rintracciare in pochissimo tempo le informazioni desiderate. Non è un caso che, secondo quanto riportato nello studio del 2005, gli utenti si soffermassero per ben 14-15 secondi sulla prima pagina dei risultati contro i soli 8-9 secondi nel 2014.
Uno studio condotto da Mediative nel 2014, dimostra come la zona rossa del Golden Triangle, tanto ambita in passato, in effetti non funzioni più. Google, infatti, ha introdotto continuamente nel corso degli anni, nuovi elementi alla SERP, influenzando conseguentemente l’atteggiamento degli utenti.
Lo studio di Mediative, basandosi sul comportamento di 53 partecipanti, ha dimostrato come la zona di maggior interesse non si sviluppi più in alto a sinistra della pagina, ma si concentri per lo più su tutta la fascia sinistra.
La concentrazione maggiore si registra in particolare non nelle primissime posizioni, ma subito dopo gli annunci e le immagini. Questi risultati dimostrano come la scansione dei risultati da parte degli utenti avvenga per lo più in verticale e non in orizzontale, come al contrario dimostrava il precedente studio del 2005. Questo comportamento è certamente influenzato anche dall’incremento dell’uso dei dispositivi mobili.
Quale strategia adotteranno gli esperti SEO con la nuova SERP?
I risultati di questa ricerca hanno portato un po’ di scompiglio tra gli esperti SEO, che si ritrovano ancora una volta a dover cambiare strategia.
Puntare sugli annunci di Google è di certo una tecnica molto valida per porre in evidenza il proprio sito, soprattutto quando si concorre con marchi molto più grandi. L’investimento monetario, infatti, assicura un’ottima posizione nella SERP di Google. È pur vero, però, che lo studio di Mediative ha dimostrato come l’attenzione degli utenti ricada proprio sotto la sezione degli annunci.
Questo sta a significare che di certo non basta puntare solo ed esclusivamente sugli annunci, ma bisogna adottare tutte le tecniche SEO necessarie per mantenere il proprio sito nella prima pagina di Google e se possibile nelle prime posizioni.