Spesso nell’ultimo periodo ci siamo ritrovati a parlare di investimenti IT da parte di aziende ed enti pubblici italiani trovando, negli ultimi anni, dati in costante salita giustificati però spesso anche dalla crescita dell’inflazione oltre che da reali necessità. Oggi vediamo i risultati di un’analisi dell’Osservatorio del Politecnico di Milano sulla quantità di investimenti in uno dei settori più centrali del mondo della tecnologia ovvero la cybersecurity.
Nei più recenti rapporti riguardanti gli attacchi veicolati verso le aziende italiane si è potuto notare come questi siano in costante ascesa, un fatto che viene percepito chiaramente anche dai bersagli delle campagne, visto che il 74% delle realtà intervistate hanno visto l’innalzamento del numero dei tentativi d’attacco mentre il 12% ha raccontato di essere stato vittima di almeno uno di essi. Per ovviare a queste problematiche le aziende si sono mosse in più modi, molti dei quali vengono costantemente raccontati sempre nelle pagine di questo blog. La sensibilità che sta maggiormente crescendo in determinati ambiti è quello dell’accrescimento della cultura alla cybersicurezza ed alla sensibilità riguardo ad essa, cosa che si nota anche dalle statistiche. Il 71% delle aziende infatti ha finalmente iniziato corsi di formazione specifici sui rischi legati alla sicurezza, mentre il 44% ed il 42% decide di affidare la sicurezza a terze parti e di interessarsi maggiormente all’aggiornamento degli strumenti posti a protezione dell’azienda.
Passando alla spesa vera e propria, il consuntivo degli investimenti italiani in cybersecurity ha raggiunto come dicevamo una nuova quota record pari a 2,15 miliardi di Euro, un aumento che viene stimato intorno al 16% e basato sui dati riguardanti imprese di grandi dimensioni. Per quel che riguarda le motivazioni che hanno spinto così in alto la spesa c’è, al 68%, l’aggiunta di nuove tecnologie, un fattore che ha riguardato il 62% degli intervistati. Sempre tra i vettori dell’aumento degli investimenti c’è anche l’incremento dell’interesse dei board aziendali sul tema, che ha riguardato il 62% degli intervistati, oltre alla necessità di adeguarsi alle nuove normative, che ha interessato il 43% del campione analizzato.
A livello di PIL, gli aumenti portano la spesa nazionale in Cybersecurity dallo 0,10% allo 0,12% in un anno, ma questo, contemporaneamente, non fa fare all’Italia un balzo in avanti rispetto al resto del mondo. Il nostro paese infatti resta attualmente il fanalino di coda dei paesi del G7, che vedono al primo posto gli Stati Uniti con lo 0,34% del PIL ed a distanza da Francia e Germania, entrambe allo 0,19%. Il problema, secondo l’Osservatorio del Politecnico, resta sempre il capitale umano, questo perché nonostante l’aumento dei CISO (Chief Information Security Officer) all’interno delle aziende, questi ancora non riescono a bilanciare bene con l’aumento degli investimenti. La situazione più equilibrata, ovviamente, prevedrebbe un’attenzione sempre crescente verso le potenzialità delle nuove tecnologie come la IA applicata alla Cybersecurity ma in un contesto aziendale nel quale la formazione sulla sicurezza rappresenta un plus e non, come spesso vediamo, un fattore di debolezza.