[Infografica] Big Data: quando i dati avvantaggiano il business

Big Data al centro di molte questioni, a tal punto che ci sono provider che hanno trasformato l’argomento in un vero e proprio business. Al di là di chi fa affari con i Big Data, in realtà l’analisi della mole dei dati che viaggia sul Web e viene a essere memorizzata nel cloud può aiutare non poco i business di molte aziende, che possono risalire a relazioni interessanti, capaci di condurre gli affari oltre gli esiti più positivi.

Gli analisti esperti di Big Data normalmente valutano le così dette tre grandi V, ossia le caratteristiche di Volume, Velocità e Varietà dei dati accumulati, che sono appunto le tre qualità che meglio descrivono i Big Data e che gli analisti utilizzano come parametri di interesse per esaminare l’overload di informazioni presente nel mondo digitale.

L’obiettivo è quello di riuscire a trasformare qualsiasi tipo di informazione raccolto fra i Big Data in un Big Sales, ossia  in un’opportunità business di cui le aziende possono fare tesoro per mandare avanti i propri affari.

Accanto alle tre grandi V di Volume, Velocità e Varietà delle informazioni memorizzate nei Big Data, c’è chi ne aggiunge una quarta di non poco conto indicata come Valore o Vitalità dell’informazione.

Questo è quanto fa Pros, che in un’interessante infografica mostra tutte le quattro qualità dalle grandi V dei Big Data, giungendo a definire una questione molto interessante, riguardante la percentuale di variabili che offrono una certa rilevanza ai fini business.

Big Data: volume, varietà e velocità

Le stime proposte da Pros per il Big Data sono impressionanti, a tal punto da dover scomodare l’unità di misura zettabyte (ZB), pari a 1 triliardo di byte, ossia 1000 elevato alla settima byte.

Ogni giorno vengono creati 25000000000000000000 bytenell’universo digitale e mentre nel 2012 venano memorizzati 2.7 ZB di dati , nel 2015 questa dimensione salirà fino a 7.9 ZB, per giungere a 35 ZB nel 2020.

Pros fa presente che la varietà di questi dati è estremamente incongruente, a causa della cultura Internet multisfaccettata, che perette così di memorizzare nelle file dei Big Data informazioni provenienti dalle transazioni commerciali, dal traffico Web, dai programmi a premi, dai contenuti blog, da Twitter e da Facebook.

La velocità di generazione delle informazioni è poi incredibilmente aumentata nell’ultimo periodo.

Così, Facebook genera 2.7 miliardi di Mi piace ogni giorno per mano di 950 milioni di utenti, mentre Twitter su cui vengono pubblicati ogni giorno oltre 400 milioni di tweet e YouTube vede invece gli utenti che caricano oltre 72 ore di video ogni singolo minuto di ogni singola giornata.

Big Data: la V mancante

Accanto alle tre grandi V analizzate, secondo Pros ai Big Data deve essere associata una quarta V, definita come Valore o Vitalità dell’informazione. In pratica, questa qualità indica la necessità di filtrare le informazioni selezionando in modo attento solo gli attributi che consentono di predire risultati positivi dal punto di vista business. Il segreto del successo è proprio nella capacità di rilevare le relazione latenti fra le tanti variabili e sfruttarle a proprio vantaggio. Secondo gli scienziati solo il 5 per cento delle variabili rilevanti rende quasi il 95 per cento del successo negli affari.

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