Gli imprevisti del modello SaaS

Servizi cloud PaaS

Le applicazioni distribuite mediante modello SaaS (Software as a Service) sono entrate ormai da diversi anni nella quotidianità lavorativa e non (es: utilizzo di Gmail da browser). Con un accesso ad internet è possibile usufruire di una vasta selezione di software, senza la necessità di andare ad acquistare il classico CD/DVD e provvederne all’installazione ed al setup sul computer in uso.

I provider si occupano poi della gestione e della manutenzione dei server (dai quali sono eseguiti i software) e delle applicazioni stesse (installando automaticamente aggiornamenti, funzionalità integrate che figurerano nell’ambiente di lavoro cloud dell’utenza senza interruzioni di servizio). Anche le modalità di pagamento sono mutate passando dalla licenza unica alla sottoscrizione – con una “bolletta” da saldare a scadenza regolare (mensile, trimestrale etc.).

L’agevolata fruibilità delle app ed i vari vantaggi offerti dal SaaS spiegano perchè il settore valga da solo almeno 12 miliardi di dollari e sia in continua crescita, tanto che diversi analisti prevedono per il futuro l’affermazione quasi completa del modello. Ai numerosi “pro”, tuttavia, si affiancano dei “contro” che è opportuno conoscere ed ai quali dedicheremo proprio il post odierno. Buona lettura.

Sicurezza dei dati e modalità di accesso

E’ una delle questioni cruciali legate al modello di distribuzione SaaS. Affidarsi ad un provider significa andare incontro ad alcune problematiche inerenti le modalità di accesso alle applicazioni e la sicurezza dei dati aziendali. E’ opportuno effettuare esaustive ricerche sulle policy di sicurezza dei dati, di backup e ripristino adottate dai provider. Il privato dovrebbe ugualmente prestare attenzione all’SLA (Service Level Agreement) ed a quanto riportato al suo interno dal fornitore. Restano infine i rischi derivanti dall’accesso alle applicazioni da reti non protette, pratica favorita anche dall’affermazione del BYOD.

Chiusura del servizio

Scenario al quale difficilmente andranno incontro provider come Google, Amazon, Microsoft ed affini ma che occorre ugualmente citare. I fornitori di software possono sospendere in qualsiasi momento  l’erogazione dei servizi – a seguito del fallimento della loro attività, di nuove strategie interne, dell’acquisizione del loro business da parte di altre aziende etc. Alcuni provider consentono di utilizzare le applicazioni per un periodo limitato di tempo (successivo alla chiusura) in modo da consentire ai clienti di esportare tutti i propri dati – prestare attenzione all’SLA anche in questo caso.

Internet e limiti del sistema operativo

Per essere utilizzate le app SaaS, come qualsiasi altro servizio cloud, necessitano di una connessione ad Internet. L’accesso alla Rete diventa quindi requisito fondamentale ma anche limitante perchè in caso di disservizi vari (blackout, instabilità di rete) si va incontro ad interruzioni e rallentamenti dell’attività lavorativa. In questo caso emergono tutti i vantaggi derivanti dall’uso di un software on premise, ad esempio il celebre Word (ma anche quest’ultimo ha una controparte cloud nella suite Office 365) o alternative open source.
Per quanto riguarda le problematiche inerenti gli OS, gli utenti Mac hanno ancora alcuni problemi ad utilizzare servizi SaaS, pensati nella maggior parte di casi per operare in ambiente Windows e Linux: la situazione è comunque nettamente migliorata rispetto al passato.

Policy sul trattamento dei dati

Le normative che regolano il trattamento dei dati sensibili dell’utente variano da settore a settore e da Stato a Stato (es: l’Unione Europa ed i cloud provider statunitensi hanno avuto un’accesa discussione a riguardo arrivando infine ad una sorta accordo). Per le aziende è opportuno conoscere i propri diritti (nel caso di AWS deve essere l’utente a richiedere espressamente l’archiviazione dei dati in una o più determinate region) e implementare modelli SaaS che si allineino ai propri requisiti.

Spese nascoste

Il modello SaaS ha dei costi anticipati (upfront cost) molto bassi che possono tuttavia lievitare all’insaputa dell’utente nel corso del tempo. Un provider potrebbe ad esempio applicare costi aggiuntivi per la configurazione e setup di un servizio, per l’utilizzo del servizio da un determinato dispositivo o per lo spazio di archiviazione in eccesso utilizzato oltre una determinata soglia prestabilita.

 

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