Il cloud italiano cresce anche nel 2016 e vale 1.77 mld di euro

L’Osservatorio Cloud & ICT as a Service ha pubblicato  gli ultimi dati relativi allo stato di salute del mercato cloud computing italiano. Come mostra anche l’infografica riportata qui di seguito, il cloud gode di ottima salute e vale circa 587 milioni di euro (+27% rispetto al 2015).

Hosting Solutions è naturalmente in prima linea per quanto riguarda i servizi cloud computing offrendo alle aziende che vogliono rivoluzionare il proprio modello di business un’interessante gamma di soluzioni.

Se si somma anche il valore ottenuto dalle voce “cloud enabling infrastructure” (investimenti destinati all’aggiornamento delle infrastrutture e degli applicativi in preparazione ad un prossimo approdo nel cloud) pari a 1185 milioni di euro si raggiunge quota 1.77 miliardi di euro (+18% rispetto al 2015). I positivi risultati hanno spinto gli analisti a definire il 2016 come “l’età della ragione del cloud”

Cloud computing in Italia (2016)

Un estratto dell’infografica dedicata al cloud computing in Italia

E’ interessante anche osservare il grafico relativo alla diffusione dei servizi cloud ed al budget destinato a questi ultimi ed ai processi di integrazione:

Cloud computing in Italia (2016)

L’infografica riconferma purtroppo un trend già visto, quello del divario tra il nord ed il sud del Paese, con valori in crescita mano a mano che ci si allontana “dalla punta dello stivale”: «le aziende del nord est godono già del tasso di diffusione più ampio mentre quelle del nord ovest stanno dedicando un budget maggiore introducendo nuove soluzioni a ritmo superiore alla media» osservano gli analisti. Il tasso di adozione tra le PMI varia anche in base al numero di addetti: tra i 10 ed i 49 addetti abbiamo una percentuale di adozione pari al 20%, un valore che si avvicina al 30% con imprese tra i 50 ed i 249 addetti.

Suddivisione della spesa e criteri nella scelta del provider

Per quanto riguarda la suddivisione della spesa nel cloud pubblico citiamo i primi tre della lista: il settore manifatturiero detiene la quota più ampia (pari al 23% del mercato), probabilmente grazie alla spinta dell’ecommerce – i servizi sono usati per la gestione dei portali, dei trasporti e della supply chain osserva lo studio.

Al 21% notiamo il settore bancario che sperimenta con servizi di e-learning, piattaforme di calcolo in ambito Big Data ed ottimizzazione dei prezzi degli strumenti finanziari.

Lo streaming di contenuti multimediali, la gestione delle campagne pubblicitarie online (adverstising) e la gestione delle infrastrutture sono invece i casi di utilizzo prevalenti nel settore telco e media (14% della spesa).

“Nella scelta dei servizi Cloud le organizzazioni sono guidate da molteplici variabili, in gran parte legate alla strategia complessiva adottata, alla tipologia di servizio ricercato e alla situazione dei sistemi informativi interni”, afferma lo studio, che ha tuttavia presentato una lista dei principali criteri di selezione adottati dalle organizzazioni (di seguito le voci superiori al 50%):

  • garanzia di sicurezza ed affidabilità
  • integrazione/intermediazione di servizi di terzi
  • certificazione della qualità del Data Center
  • competenze tecniche
  • costo dell’implementazione
  • flessibilità contrattuale

Interessante osservare in chiusura il gap registrato dal report fra quanto offerto dal provider e quanto richiesto effettivamente dalle organizzazioni: “l’elemento con il differenziale maggiore riguarda la flessibilità contrattuale (per il 22% delle imprese), la capacità di brokeraggio e integrazione (17%), la garanzia di sicurezza ed affidabilità (15%) e il costo di implementazione (15%).”

Il seguente estratto di infografica offre una panoramica più ampia su quanto detto fino ad ora.

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