Il noto istituto per le ricerche di mercato Nielsen si è occupato a Giugno 2016 di verificare la popolarità di TLD e gTLD per conto dell’ICANN. I ricercatori hanno contattato migliaia di persone provenienti da 24 paesi diversi e suddivise in due gruppi: fascia consumer (chi ha dichiarato di passare almeno 5 ore settimanali su Internet) ed acquirenti (chi ha affermato di aver registrato almeno un dominio).
L’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers è attenta all’andamento del mercato e commissiona periodicamente studi di questo genere – recentemente abbiamo parlato anche dell’andamento del mercato dei domini nel secondo trimestre 2016.
I risultati, come anticipato dal titolo, lasciano intuire un calo di popolarità dei TLD in favore dei più recenti gTLD (consultate il sito di Hosting Solutions per tutte le ultime uscite): ma è veramente così? Ad uno sguardo più attento sembra infatti che diverse rilevazioni siano contraddittorie o possano essere smentite empiricamente.Vediamo di approfondire meglio l’argomento riportando i dati e le rispettive osservazioni di David Dickinson – project leader del report intervistato dal portal Domain Incite.
.COM, .NET e .ORG: popolarità in calo?
Su 3349 acquirenti l‘85% ha dichiarato di conoscere l’estensione .COM, in calo dell’1% rispetto al 2015. .NET scivola invece dal 76% (2015) al 69%(2016) e .ORG dal 70% al 65%. Del tutto inattesi sono invece i risultati ottenuti dalla fascia consumer: 95% per .COM, 88% per .NET ed 83% per .ORG. Come è possibile che persone direttamente interessate al mondo dei domini (hanno dichiarato di averne acquistato almeno uno) abbiano una conoscenza dei TLD più limitata rispetto ad un “comune utente” della Rete?
Secondo Dickinson i risultati della fascia acquirenti sarebbero stati alterati da errori di digitazione – una scelta errata in fase di compilazione del form; tuttavia, aggiunge, sembra che tra gli interpellati più giovani i gTLD godano di maggiore notorietà. Anche tra chi ha registrato dei gTLD sembra che i TLD siano meno conosciuti rispetto alla media. Vi è indubbiamente un cambiamento in atto, commenta, ma è meno marcato di quanto suggeriscano i numeri.
La situazione dei gTLD
Le cifre relative ai gTLD sono ugualmente fuorvianti. Ad esempio il 39% degli interpellati avrebbe dichiarato di aver sentito parlare dell’estensione .EMAIL ed il 15% di aver registrato anche un dominio. Dati alla mano le dichiarazioni del campione sono rapidamente smentite: ad oggi risultano circa 60.000 gTLD .EMAIL attivi; se per assurdo fossero presenti a livello globale anche solo 1 milione di potenziali acquirenti, il 15% significherebbe come minimo la vendita di 150.000 domini, più del doppio dei 60.000 effettivamente in circolazione.
Confrontando la popolarità di altri gTLD in varie aree geografiche si hanno ulteriori sorprese: in Nord America solo il 25% dei cittadini ha sentito parlare di .news mentre in Asia, nella quale sono per lo più utilizzati caratteri differenti dai nostri, la percentuale sale al 42%. Dickinson osserva che sono stati chiaramente forniti, anche inconsapevolmente, dei dati non attinenti alla realtà. Lo dimostra il livello di popolarità di una serie di gTLD “inesistenti” ma inseriti ugualmente da Nielsen per verificare le conoscenze del campione: .CAIRO ha ottenuto il 17% tra gli intervistati africani, .TORONTO il 21% tra i nord americani e .BOGOTA il 21% tra i sud americani. Il caso dell’estensione .XYZ è ugualmente curioso: a fronte delle oltre 6 milioni di registrazioni a livello mondiale, solo il 13% degli interpellati ha affermato di conoscere il dominio.
In conclusione, afferma Dickinson: “possiamo dire che il programma gTLD [dell’ICANN] sta iniziando [ad ottenere risultati] ed una discreta popolarità. […] Possiamo tuttavia dire con certezza che nessuno dei nuovi gTLD si sta anche lontanamente avvicinando al livello di popolarità dei TLD storici, ed anche se questi ultimi [hanno perso qualche punto] ci vorrà del tempo affinchè i gTLD [recuperino lo svantaggio], se mai riusciranno a farlo”.