Da oltre un mese, il mondo sta affrontando l’emergenza Covid-19 con tutte le avversità del caso. Tra le tante disposizioni emanate dai vari governi quella più importante è la richiesta di restare a casa il più possibile, consigliando anche ai datori di lavoro di promuovere forme di Smart Working e Telelavoro. Ovviamente queste modalità lavorative non possono essere utilizzate da tutte le attività produttive di un paese, basti pensare a chi lavora nelle fabbriche o svolge lavori al pubblico.
Lo stop imposto a molte attività produttive nel nostro paese sta accelerando l’esigenza di attivare modalità di lavoro da remoto che permettano di lavorare comodamente da casa mantenendo alto il livello di produttività ed operatività. A proposito delle performances lavorative e di altri benefici dello Smart Working, abbiamo messo insieme alcuni dati che mostrano quanto il Lavoro Agile influisca positivamente (e non solo sui lavoratori).
Vantaggi economici
A livello puramente economico lo Smart Working ed il Telelavoro risultano essere particolarmente vantaggiosi sia per i datori di lavoro che per i dipendenti. Si è stimato che ogni dipendente, senza doversi recare ogni giorno sul posto di lavoro, risparmierebbe in media 1.300€ annui, che per molti equivale all’incirca ad uno stipendio aggiuntivo.
Questi costi sono ovviamente riferiti al consumo dei propri mezzi di trasporto, il carburante o, in alternativa, agli abbonamenti ai mezzi pubblici. La convenienza non finisce qui, poiché anche molti datori di lavoro risparmierebbero intorno ai 200.000€. Una cifra sostanziosa che può essere riutilizzata per fare investimenti migliorativi, per assumere nuovo personale e per molti altri scopi.
Vantaggi produttivi
Le aziende che hanno già iniziato ad operare in regime di Smart Working hanno registrato un efficienza altissima dei propri dipendenti. Il 95% dei datori di lavoro si è detto soddisfatto del raggiungimento puntuale degli obiettivi ed anche dal punto di vista dei lavoratori il risultato è stato eccellente. Se si pensa all’azzeramento del tempo necessario per muoversi verso il proprio posto di lavoro, la comodità di lavorare da casa e la possibilità di mettersi velocemente all’opera senza il rischio e lo stress legati alla mobilità urbana, la produttività non può che trarne un grande giovamento.
I dipendenti che, in Italia, lavorano già in regime di Smart Working mettono ai primi posti tra i grandi vantaggi personali quello di poter conciliare famiglia e lavoro, più motivazione e responsabilità e la percezione di una maggior fiducia da parte della propria azienda.
Vantaggi ambientali
I già citati vantaggi economici derivanti dalla minor necessità di spostarsi per recarsi sul luogo del lavoro fanno da corredo ad una sfida ancora più importante, quella per l’ambiente e la salute. Con una media di 2.400 km in meno per ogni dipendente all’anno e la conseguente riduzione dei rischi connessi (come gli incidenti stradali), l’ambiente riceverebbe una quantità molto inferiore di emissioni nocive.
Si stima che, in un solo anno, la quantità di CO2 presente nell’atmosfera diminuirebbe di ben 240 kg, questo significa che, con un’introduzione massiccia di pratiche di Smart Working e Telelavoro in dieci anni si potrebbero avere oltre 200 tonnellate in meno di anidride carbonica nell’atmosfera. Non è necessario spiegare quanto questo gioverebbe alla natura e, di conseguenza, alle persone.
La situazione in Italia
Nonostante i dati Eurostat abbiano verificato un 20% in più di lavoratori “smart” nel nostro paese tra il 2018 ed il 2019, ancora questa tendenza stenta a decollare. Col 3.6% dei lavoratori impiegabili in Smart Working, purtroppo, il nostro paese si trova a dover guardare da lontano gli altri stati europei.
A livello puramente numerico, su oltre 8 milioni di lavoratori italiani che potrebbero lavorare da remoto (stabilmente o saltuariamente), solo 570.000 sono attualmente inseriti in programmi di Lavoro Agile. Questo dato è particolarmente importante se si pensa a ciò che sta succedendo da un mese nel nostro paese, nel quale l’emergenza sta cercando di fare accelerare un processo che poteva essere iniziato nel momento della definizione legale del concetto di Lavoro Agile tramite decreto, avvenuta ben tre anni fa (nel 2017).
I dati Europei
Se si guardano i dati Eurostat riferiti agli altri paesi europei si può notare ancora di più la distanza del nostro paese con altri del vecchio continente, che sicuramente si son mossi con maggiore prospettiva. C’è da dire però che, rispetto ai paesi del nord Europa, anche i paesi leader risultano essere ancora un passo indietro.
L’immagine, distribuita da Eurostat, mostra che la media europea degli Smart Workers è ferma al 5,2% (più donne che uomini), oltre alla grandissima distanza tra i primi 4 paesi (Olanda, Finlandia, Lussemburgo ed Austria) e quelli immediatamente successivi, che vedono percentuali più basse ed in linea con la media. Anche fra i paesi europei fuori dal blocco UE le percentuali sono piuttosto basse e solo in pochi superano la soglia del 5%.
Alla luce di tutte queste percentuali è evidente come molti stati si trovino di fronte ad una sfida nelle sfide: garantire l’operatività sfruttando al meglio ciò che viene proposto dal mondo della tecnologia. Attivare sistemi in grado di consentire ai propri dipendenti di lavorare in Smart Working non richiede un investimento di enorme importanza e, come abbiamo visto, consente anche di risparmiare molti costi di gestione. Per attivare dei servizi di Smart Working non è necessario nemmeno troppo tempo, se si pensa che l’implementazione di una VPN richiede pochissimi minuti (a questo proposito consigliamo questa guida), così come ci vogliono meno di 24 ore per, ad esempio, spostare il proprio gestionale sul cloud o attivare un server virtuale con accesso remoto.