I bot occupano il 60% del traffico Internet

Internet sostenuta dai bot, questo è il risultato di una statistica alquanto inquietante che vedrebbe nel traffico Web una piccola parte di componente umana

Internet fa il bot, verrebbe da dire! E per quanto la battuta possa sembrare simpatica, nasconde una realtà ben più preoccupante, denunciata in modo elegante dalle ricerche della piattaforma Statista.com da cui è scaturita l’infografica seguente.

I bot occupano il 60% del traffico Internet

Per quanti ancora non abbiano ben compreso di cosa stiamo parlando, possiamo semplicemente riassumere la situazione in poche parole: su Internet esistono più utenti fantasmi che utenti reali.

In pratica, dalle ricerche condotte da Statista.com risulta che il 60 percento del traffico Internet è generato da macchine note in linguaggio tecnico come bot, con il cui termine, per spiegarla in modo semplice, si indica un gruppo di utenti inesistenti e creati da appositi software.

Il traffico creato dagli uomini in carne e ossa sarebbe quindi un misero 38.5 percento di tutto lo scambio dati che avviene nella galassia Web.

Per arrivare a definire questi numeri, Statista.com ha condotto nel 2013 uno studio che ha analizzato oltre 1.45 miliardi di visite su 20 mila pagine e siti Web residenti in quasi 250 regioni del mondo.

Dopo una prima analisi, l’istituto si è anche occupato di classificare i bot in benigni e maligni. I primi generano circa il 31 percento del traffico Internet e sono quelli realizzati ad esempio dai motori di ricerca come Google per indicizzare le pagine che compaiono sulla Rete. I bot illegali, invece, occupano oltre il 30 percento del traffico Internet totale nelle attività illecite di diffusione dello spam e dei virus per l’intera Rete.

Internet bot, un dato preoccupante

Il dato che emerge dalla ricerca è dunque molto preoccupante e potrebbe far pensare che le intere strategie pubblicitarie e, in generale, di marketing e social marketing basate sulle statistiche di traffico siano in realtà corrotte e prive di un fattore di correzione che tenga conto di questa situazione.

Secondo quanto sostengono in Statista.com, oltre la metà del traffico Internet sarebbe di natura informatica e quindi sarebbe da ritenersi fasulla e di questa metà, circa il 30 percento è in mano ai criminali 2.0 e alle loro attività perpetrate ai danni degli utenti della Rete.

Le statistiche spesso utilizzate per valutare gli andamenti pubblicitari, il traffico sui siti e sui contenuti e tanto altro ancora, dovrebbero quindi essere dimezzate, perché si dimezza in realtà il numero di utenti reali che recepiscono il messaggio, lo elaborano e lo interpretano secondo gli schemi umani.

Inoltre, di fronte a questi dati verrebbero anche meno tutte le statistiche relative a Internet di per sé, che potrebbe quindi, a questo punto, apparire come una bolla sostenuta non dagli utenti, come si crede, ma dai computer stessi.

Uno scenario angosciante e da paradosso, quasi da far concorrenza alle inquietanti verità celate dietro il caso Datagate: chissà se nella statistica citata sono incluse anche le attività di spionaggio dell’NSA e delle altre organizzazioni coinvolte nello scandalo.