Hard Disk: il declino delle unità meccaniche è vicino?

Hard Disk meccanico

Gli hard disk si sono evoluti nel corso degli anni aumentando la velocità di rotazione (rpm) e la capacità totale. Le prestazioni degli SSD restano tuttavia inarrivabili per gli hard disk che hanno però a loro favore un minor costo $ per GB.

Gli hard disk (HDD) meccanici costituiscono ancora una buona parte della dotazione hardware dei data center enterprise – grazie ai convenienti prezzi di listino (5-10 cent per giagabyte contro i 40 cent circa delle memorie flash).

Da alcuni anni si sono però affacciate sul mercato le memorie flash (alla base degli SSD SATA, SSD PCI express e di recenti NVMe) che hanno messo sotto pressione storici vendor come Seagate e Western Digital.

La leadership degli hard disk ha iniziato così ad essere attaccata su più fronti: capacità di archiviazione, TOC (total cost of ownership) e prezzi.

Per quanto riguarda la capienza, gli SSD hanno ormai raggiunto e superato i predecessori: nel 2016 Samsung ha realizzato un’unità SSD da 15 TB spingendosi oltre i 12 TB degli hdd all’elio di HGST ed i 14 TB di Western Digital. E’ lecito aspettarsi che gli hdd varchino la soglia dei 15 TB ma si tratta pur sempre di una tecnologia spinta al limite – il numero di piatti inseriti nelle unità è stato aumentato fino ad 8 o più grazie all’elio che ha 1/7 della densità dell’aria presente negli hdd comuni e consente di impiegare dischi più sottili.

Il TOC resta in generale a favore degli hdd (basso costo per GB) ma il divario si riduce notevolmente se entrano in campo tecniche di riduzione dei dati (compressione, deduplicazione) tipiche dei flash array.

prezzi, come sanno bene anche gli utenti non enterprise (un SSD consumer da 120 GB costa circa 60-70€ contro i 150€ del 2013), sono in discesa ma restano ancora lontani da quelli degli hdd. Come ricordato in apertura, le memorie flash hanno un rapporto $/GB fino a 8 volte maggiore.

Dal 2d al 3d

Entro il 2020, afferma un analista, i 10 centesimi per gigabyte saranno quasi alla portata degli SSD. Nel mentre si può comunque parlare di un generale trend di sostituzione degli hard disk con gli SSD ma con le dovute precisazioni: “dipende anche dalla persona [alla quale ci ri rivolge]. Un anno fa ho sentito dire ad un portavoce di un grosso istituto finanziario che ogni volta che smantellavano un hard disk lo rimpiazzavano con un SSD. E’ per via del TOC inferiore rispetto agli hard disk”.

L’istituto finanziario non è però la regola ma l’eccezione. Ad ogni modo i primi a “cadere”, osservano gli analisti, saranno gli hard disk da 10000 rpm e 15000 rpm: utilizzati per archiviare dati ai quali si accede di frequente (hot storage), consumano più energia, generano più calore e sono soggetti più di frequente a guasti rispetto alle unità da 7200 rpm e 5400 rpm. Sebbene restino (di poco) più convenienti degli SSD, questi ultimi sono in grado di garantire prestazioni non alla portata delle controparti meccaniche:

“si arriva al punto in cui [l’acqusito di memorie flash è ovviamente la scelta migliore]. Anche se gli hdd sono più convenienti per le tue app primarie, le memorie flash sono ora abbastanza convenienti per servire allo scopo. Quest’anno il budget destinato agli hard disk potrebbe permetterti di acquistare una soluzione flash, perchè mettere le tue app primarie su un hard disk?” osserva un altro analista.

Gli SSD sono, come ogni tecnologia che desideri restare il più a lungo possibile sul mercato, in continua evoluzione. L’industria di riferimento ha iniziato a cambiare le modalità di produzione delle memorie (NAND la più comune): la stampa 2d, la “scrittura” delle celle sul silicio, ha raggiunto di fatto il proprio limite – non potendo andare al di sotto dei 15 nanometri. L’impossibilità di posizionare un numero maggiore di celle in uno spazio 2d ha costretto quindi i vendor (Samsung è stato il pioniere in questo campo) a pensare ad un’alternativa che si è rivelata essere la sovrapposizione delle celle (una costruzione “3d”).

Ad eccezione di Samsung, tutti gli altri vendor devono ancora ultimare la fase di transizione dal metodo 2d al 3d. Nel mentre gli esperti osservano un incremento sostenuto dei prezzi delle memorie a causa della loro scarsa disponibilità. L’evento è abbastanza comune in occasione di “transizioni tecnologiche”, osserva un analista che aggiunge: “la situazione dovrebbe tornare normale entro la fine dell’anno, quando vedremo un alleggerimento dei prezzi. […] Ciò porterà ad una disponibilità più elevata di memorie a prezzi più bassi.

Il declino degli hard disk dovrebbe iniziare quindi tra il 2019 ed il 2020 – anche se la sostituzione dell’intero parco di unità meccaniche richiederà anni.

Fonte: 1