Nella puntata di martedì abbiamo elencato buona parte delle pratiche basilari di ottimizzazione di un sito WordPress al fine di ottenere una valutazione più alta su Google Page Speed, strumento gratuito messo a disposizione dall’omonimo motore di ricerca per quantificare l’usabilità e le prestazioni di un sito.
Nel post odierno passiamo dalle ottimizzazioni base alle avanzate chiudendo la nostra breve guida. Buona lettura.
Immagini
Nella lista delle “raccomandazioni base” non poteva mancare l’ottimizzazione delle immagini, elementi che possono compromettere le performance di qualsiasi portale se impiegate con poca cautela. WordPress offre per nostra fortuna numerosi plugin dedicati proprio all’importante task di “alleggerire senza pregiudicare la qualità del file” (es: EWWW Image Optimizer, WP Smush etc.).
Nel caso in cui non foste a conoscenza delle nozioni di ottimizzazione base, riuscirete a migliorare sicuramente il punteggio Page Speed del vostro portale. Nel caso in cui abbiate già attuato tutte le norme consigliate, il lavoro potrebbe essere più impegnativo del previsto…
Ottimizzazione avanzata
Minification
Con il termine minification (o minimization) si intende solitamente, in ambito di programmazione informatica, la pratica di rimuovere dal codice tutti gli elementi superflui senza alterarne le funzioni. Il processo di ottimizzazione va possibilmente rivolto ai seguenti elementi: CSS, HTML, JavaScript. Nell’ordine Google consiglia di ricorrere agli strumenti CSSNano / csso, HTMLMinifier, UglifyJS. Anche determinati plugin WordPress come W3TC (Total Cache) offrono opzioni destinate a questa importante task.
E’ bene ricordare che intervenire su alcune tipologie di file, come ad esempio JavaScript (JS), può causare una serie di problematiche anche gravi (problemi di caricamento, bug vari). Detto questo il lavoro di ottimizzazione JS può avvalersi prima di tutto dello stesso Page Speed. Nel caso in cui il tool rilevi come necessario l’intervento sui file JS, includerà in un archivio compresso gli elementi sui quali dobbiamo intervenire.
Il passo successivo è quello di comprimere o combinare i vari file JS appoggiandosi a strumenti suggeriti da Google o anche al già citato plugin W3TC – nello specifico con la funzione W3TC JS File Management.
Immagini (parte 2)
Come si è visto nello screen precedente, Page Speed include anche versioni ottimizzate delle immagini reputate “troppo pesanti”. Non bisogna tuttavia fidarsi ciecamente dell’algoritmo perchè a volte la qualità proposta dal tool lascia abbastanza a desiderare. Potrebbe ad esempio capitare che una semplice immagine di dimensione 290×200 (ideale anche come immagine di anteprima nei social network) venga ridimensionata come segue (nell’ordine originale e ridimensionata):
In questo caso, piuttosto che sacrificare l’estetica del sito, è meglio ricevere valutazioni più basse da Google Page Speed.