È di pochi giorni fa la notizia del divieto imposto dal garante della privacy a Google Analytics, tool utilizzato per il tracciamento degli utenti dei siti web. La problematica principale che ha investito Analytics è stata quella di trasferire i dati in data center Google situati negli Stati Uniti, considerati non sicuri dal GDPR.
I dati raccolti sono quelli che consentono di comprendere l’utilizzo dei siti e comprendono gli indirizzi IP, i sistemi operativi, i tipi di browser oltre ad altri dati di navigazione come l’ora di accesso. La criticità principale è sicuramente quella degli IP, che per il GDPR deve essere anonimizzato al 100% e non solo in parte. Per correttezza di informazione è doveroso ricordare che le misure del garante sono dirette maggiormente a coloro che mediante Analytics effettuano operazioni di remarketing.
Dopo il primo ammonimento, recapitato al portale Caffeina Magazine del gruppo GEDI, moltissimi creatori di siti sono corsi ai ripari cercando di capire come correggere la situazione. In molti hanno cambiato sistema passando ad un altro tool di profilazione. In questo articolo vediamo quali sono le alternative a Google che potrebbero consentire di proseguire la profilazione senza incorrere in irregolarità col GDPR.
La prima soluzione può essere Matomo, che si propone come l’alternativa a Google Analytics più utilizzata. Il suo software è ad installazione gratuita e la peculiarità nella raccolta dei dati si attesta a livelli simili a quelli della piattaforma di Mountain View. Su Matomo i dati anonimi non vengono mai ricostruiti, può essere installato direttamente sul server ed ha anche un plugin disponibile sui più noti CMS.
Un’altra alternativa è Simple Analytics, un sistema dall’interfaccia semplice che fornisce report dettagliati sui dati raccolti rispettando però la privacy ed il GDPR. Per poter usufruire di questo tool è necessario pagare una fee mensile di dieci euro. Anche Fathom Analytics può essere una soluzione alternativa adeguata dato che raccoglie solo i dati principali e dà la possibilità di bypassare i blocchi pubblicitari. Anche in questo caso c’è una quota mensile da corrispondere.
Le ultime due alternative da prendere eventualmente in considerazione sono Plausible Analytics e Parsely. La prima è quella più economica ed oltretutto il suo codice è disponibile gratuitamente su GitHub. La sua interfaccia appare molto semplice ma il servizio consente il pieno rispetto della privacy. La seconda, Parsely, è già presente gratuitamente su WordPress per i siti privati e consente di avere dati sulle performance del sito e sulla provenienza degli utenti. Per utilizzarlo come azienda, tuttavia, sarà necessario sottoscrivere un abbonamento.
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