Google AMP, SEO e marketing. Cosa cambia – 2

Google AMP Project

Nella prima puntata, pubblicata domenica scorsa, vi abbiamo presentato Google AMP e spiegato sinteticamente quale importanza rivestirà in ambito SEO. Come vi abbiamo anticipato, il post di oggi vi spiegherà come funziona AMP e mostrerà, in maniera più approfondita, quali saranno i risvolti positivi e negativi in ambito SEO e marketing (tematica che richiederà la pubblicazione di una terza puntata). Buona lettura.

Come funziona AMP

I componenti che andiamo ad elencare qui di seguito contribuiscono a rendere possibile il processo velocizzato di distribuzione dei contenuti rendendoli adeguatamente fruibili su dispositivi che si appoggiano anche a connessioni poco performanti:

  • AMP HTML; come detto nella prima puntata AMP è una variante di HTML e possiede un proprio set di tag pensati per “orientare” le operazioni di pre-elaborazione (pre-processing): amp-embed, amp-video, amp-pixel, amp-img, amp-ad.
  • AMP JS; si tratta di un file JavaScript dalle funzionalità definite. Il suo compito principale è quello di caricare in background tutte le risorse esterne della pagina stabilendo la priorità degli elementi da caricare in base alle parole chiave ed alle immagini presenti nella pagina. I contenuti (testi/immagini) sono inoltre recuperati e pre-renderizzati in base alla stima delle risorse DNS e delle connessioni necessarie; AMP li scarica e prepara per il device di turno consentendo a quest’ultimo di ridurre il consumo di dati.
  • AMP Cache; nota anche come AMP CDN (Content Delivery Network). Si tratta di una serie di nodi, rappresentati da computer connessi alla stessa rete, distribuiti a livello globale nei quali le pagine AMP, pronte ad essere consegnate al device destinatario, vengono memorizzate. I contenuti vengono localizzati nel nodo più vicino geograficamente al device di destinazione ed aggiornati ogni qualvolta la pagina viene aggiornata.

AMP: ripercussioni positive per SEO e marketing

Il caricamento rapido dei contenuti migliora l’user experience del visitatore rafforzando il rapporto tra publisher e lettori ed aumentando il numero di visualizzazioni totali (per via dei tempi accorciati). Coloro che sceglieranno di uniformarsi allo standard AMP potranno in primo luogo figureranno in cima alla SERP. Tutti i risultati della ricerca “in formato AMP” appariranno in una striscia scorrevole in alto – probabilmente in futuro l’ordine di apparizione in questa striscia sarà influenzato dalla quota pagata a Google.

AMP e priorità SERP

AMP e SERP, in questo screen il primo risultato della “striscia” è BBC News

Tra gli altri aspetti positivi anche il numero più elevato di impressioni per inserzioni a pagamento (l’utente, dopo aver visionato un contenuto dalla “striscia”, torna indietro per scorrere gli altri elementi della SERP) ed una visibilità generale maggiore (rispetto agli articoli istantanei di Facebook visibili ovviamente solo nel social network), l’assenza di alcuna restrizione al numero di publisher (ad esempio gli articoli istantanei sono disponibili solo ad un ristretto numero di publisher), l’arrivo si servizi di analytics anche di terze parti (numero di clic, informazioni varie sull’utenza etc come il ben noto servizio offerto dalla stessa Mountain View), la natura opensource e l’espandibilità potenziale del progetto (ad esempio il set di tag limitati potrebbe essere benissimo superato in futuro o supportato da estensioni aggiuntive ed affini).

La seconda puntata dedicata ad AMP termina qui, nel terzo post della serie parleremo delle ripercussioni negative di AMP su SEO e marketing concludendo il ciclo dedicato al progetto Google.