È già passato un anno dall’introduzione della fatturazione elettronica per quasi tutti gli operatori economici italiani. Il cambiamento di regime, dovuto alla necessità di un maggiore controllo da parte dello stato sulle transazioni, era già in una fase transitoria per un limitato numero di operatori già da qualche anno, come si può vedere nella breve roadmap che segue.
A partire dal 2014, la fatturazione dei pagamenti da e per le Pubbliche Amministrazioni centrali è diventata obbligatoriamente digitale ed in formato .XML. L’anno seguente, questo obbligo è stato esteso anche a quelle locali, facendo diventare il Sistema d’Interscambio (SdI) il nodo principale per il passaggio delle fatture dirette e provenienti dalle PA.
A metà del 2018 viene inserito l’obbligo di emissione di fattura elettronica anche per i carburanti.
E così arriviamo al 1 gennaio del 2019, quando è entrata in vigore per tutti gli operatori ad esclusione dei liberi professionisti e dei piccoli agricoltori. All’inizio dello scorso luglio inoltre è stato anche inserito l’obbligo di scontrino elettronico per gli esercizi commerciali con un volume di affari superiore ai 400.000 Euro annuali. Dall’inizio di quest’anno, come vedremo, quest’obbligo è stato esteso a tutti gli operatori.
I Dati Generali del 2019
Nel periodo che va da gennaio a novembre sono stati inviati in totale 1.844.690.751 di documenti, dei quali ne è stato scartato solo il 2,48% (quasi 46 milioni di file). Andando nel dettaglio, possiamo vedere i numeri riferiti a tutti i canali.
- Fatture e Corrispettivi (portale di Agenzia delle Entrate):
File inviati: 11.085.525
Scartati: 870.004 (7,85%)
- Pec:
File inviati: 42.355.550
Scartati: 3.367.173 (7,95%)
- Webservices:
File inviati: 794.650.924
Scartati: 24.533.959 (3,09%)
- SFTP:
File inviati: 995.991.859
Scartati: 16.904.525 (1,70%)
- Porta di Dominio (canale solo per le PA):
File inviati: 606.893
Scartati: 22.859 (3,77%)
Come si può vedere da queste cifre, i canali in assoluto più utilizzati sono SFTP e Webservices, ovvero quelli pertinenti ai sistemi gestionali interni delle grandi aziende. Il dato è assolutamente interessante, in quanto denota come la scelta della stragrande maggioranza dei soggetti si sia orientata verso servizi di fatturazione elettronica a pagamento (a differenza di quelle pubbliche) ma che garantiscono maggiore efficienza. A sostanziale riprova di quest’ultima affermazione basta vedere i dati relativi alle percentuali di scarto, che sono di gran lunga più basse di tutte le altre.
Fatture scartate
Continuando a parlare di scarti, la percentuale più alta si è avuta a gennaio quando, dopo un inizio un po’ burrascoso, furono necessari dei fisiologici adeguamenti in corso d’opera. Queste percentuali sono scese via via sempre di più, per risalire intorno a luglio (a causa di novità normative) e per scendere nuovamente negli ultimi mesi del 2019. La percentuale attuale di scarto è del 1,98%, ma Agenzia delle Entrate fa sapere che farà di tutto per abbassarla ancora.
In quanto alle cause dello scarto, nella maggior parte dei casi esse possono essere ricondotte a cinque tipi:
– Fattura duplicata
– Discrepanza tra campi ID Fiscale e Codice Fiscale
– Invalidità del Codice Fiscale
– Formato del File errato
– Errore nel campo ID Codice
I destinatari
Per quello che riguarda i tipi di destinatario sono stati messi a disposizione i numeri del periodo che va da gennaio ad ottobre, spiegando che in questo lasso di tempo sono state emesse in totale 1.651.509.291 fatture, suddivise come segue:
– 897.469.676 di fatture emesse per soggetti passivi IVA;
– 728.572.116 di fatture emesse per privati;
– 25.467.499 di fatture emesse per le Pubbliche Amministrazioni;
E il futuro?
Anche per quel che riguarda il 2020 l’Agenzia delle Entrate ha stilato una sorta di lista degli obiettivi. Vediamo i punti più importanti.
– 1 gennaio: obbligo di scontrino elettronico esteso a tutti gli operatori.
– 1 febbraio: entrata in funzione del Nodo Smistamento Ordini (NSO) per la gestione degli ordini da e per il SSN (vedere l’approfondimento presente su questo blog). Entro questa data, dovrà essere resa possibile l’elaborazione delle fatture che passano da NSO.
– 1 marzo: introduzione del nuovo schema XML, che dovrà essere compatibile con quella attuale almeno fino alla fine di marzo al fine di rendere possibile l’adattamento a tutti. Le informazioni che verranno aggiunte nella nuova versione serviranno per elaborare la liquidazione periodica e la dichiarazione precompilata IVA.
– entro il 2021: verrà aggiunta la possibilità di elaborazione delle fatture destinate al 730 precompilato e delle fatture trasmesse mediante il sistema della Tessera Sanitaria.
Come abbiamo visto, tanto è stato fatto e tanto ancora ci sarà da fare. Sicuramente dopo i primi piccoli problemi, dovuti all’inedita mole di documenti da processare, il meccanismo ha iniziato a diventare più snello. È possibile che ogni novità elencata possa creare della confusione inizialmente ma, come accaduto per quelli dell’anno appena trascorso, il tutto verrà sicuramente assorbito in breve tempo.