Facebook costruisce una casa per i dipendenti

Facebook costruirà una città per i suoi dipendenti, dove gli impiegati potranno vivere fra i comfort nelle vicinanze del luogo di lavoro

Lavorare in Facebook è vivere con Facebook. Molti dipendenti della nota azienda di social network dichiarano che tra le mura aziendali vi sono così tanti comfort e servizi che alcuni vorrebbero non tornare mai a casa. E quanto prima questo desiderio potrebbe essere soddisfatto.

Infatti, stando alle fonti riportate da The Wall Street Journal, l’azienda di Zuckerberg avrebbe investito circa 120 milioni di dollari per creare una comunità alloggio di 394 unità abitative, che verranno realizzate dall’impresa St. Anton Partners di San Francisco su un’area di circa 60 mila metri quadrati a poca distanza dalla sede dell’azienda.

Facebook, una casa per i dipendenti

Il campus si trova a Menlo Park e non è un caso che la nuova area abitativa prenderà il nome di Anton Menlo.

Il progetto presentato in differenti rendering grafici a tre dimensioni, non lascia nulla al caso o alla fantasia. Le unità abitative saranno circondate da una vera e propria città, con tanto di spazi di verde pubblico, piscine, centro yoga, palestre, bar sport, meccanici, luoghi di culto, parrucchieri, lavanderie e persino un dog park. Quest’ultimo servizio consentirà agli amici a quattro zampe dei dipendenti di Facebook di essere accuditi da personale d’assistenza negli orari di ufficio e comunque fino al rientro del padrone.

L’ombra di Facebook sulla vita privata dei dipendenti

Di risposta alla dichiarazione, molti hanno malignato indicando un’ombra di schiavismo da parte dell’azienda nei confronti dei propri dipendenti: secondo i detrattori, infatti, una soluzione di questo tipo sarebbe pensata per avere un maggiore controllo anche sulla vita privata dei dipendenti e per fare in modo che dedichino maggior parte della propria giornata al lavoro, vivendo in una comunità che comunque fa parte della sfera lavorativa e non di quella privata. La coincidenza di vita privata e lavorativa permetterebbe di aumentare la produttività e quindi consentirebbe a Facebook di raggiungere prima i propri risultati.

Di fronte a queste reazioni, la portavoce di Facebook ha smentito qualsiasi intenzione da parte dell’azienda di “schiavizzare” i dipendenti, tanto che la maggior parte delle risorse lavorano in Facebook perché credono nella mission dell’azienda e sopratutto nessuno si aspetta che tutti continuino a lavorare a vita per Facebook.

L’obiettivo dell’azienda è di agevolare i dipendenti che cercano abitazione nelle vicinanze del lavoro, in quanto gli stessi avevano lamentato una certa difficoltà nel trovare casa nella minuscola Menlo Park,  a maggior ragione che nella baia californiana i prezzi sono andati alle stelle con un incremento di circa il 24 per cento nel solo quarto trimestre del 2012.

La città di Facebook, quindi, sarà destinata ad accogliere circa il 10 per cento dei dipendenti dell’azienda che cercano abitazione nei pressi del luogo di lavoro e la società ha chiarito che circa 15 abitazioni saranno destinate all’affitto o alla vendita a soggetti esterni, che non lavorano per il social network.

Lo stesso The Wall Street Journal paragona l’esperienza di Facebook alle company towns che si erano sviluppate in America agli inizi del ventesimo secolo, dove i proprietari aziendali fondavano vere e proprie città dove i dipendenti trovavano l’alloggio, l’assistenza sanitaria, le forze dell’ordine e i padri confessori. La formula però non aveva riscosso successo, in quanto il lavoratore si trovava così immerso nello stress lavorativo da decretare la scomparsa di questi centri.