Nella prima parte del nostro apporfondimento abbiamo parlato principalmente di affidabilità (tanto della tipologia di dominio che del Registro assegnato alla loro gestione) e strategie legate alla registrazione di più domini. Il prossimo punto della lista di fattori da valutare prima della registrazione di una estensione pone nuovamente a confrontro TLD e gTLD, vediamo meglio di cosa si tratta.
Un gTLD è preferibile ad un TLD classico (es: .com) se in grado di assicurarci un dominio più corto?
Il dibattito che vede opporsi sostenitori dei domini “lunghi” e di quelli “corti” si è riacceso con l’arrivo dei gTLD, i quali possono permettere a privati ed aziende di registrare un dominio corto – in precedenza non presente perchè già registrato con una delle tante estensioni classiche. Alcuni sostengono che un nome corto sia più semplice da ricordare e possa causare quindi meno problemi ai visitatori. Un’affermazione in parte corretta che deve però tenere conto, ancora una volta, del grado di affidabilità di una determinata estensione. In conclusione: in attesa che determinate estensioni gTLD si affermino completamente sul mercato, è bene prediligere domini di lunghezza media ma con estensioni “classiche”.
I gTLD potrebbero causare problemi all’attività lavorativa dell’azienda?
I gTLD possono integrarsi perfettamente nell’attività aziendale ma con alcune precisazioni: trattandosi di una “novità” potrebbero confondere alcuni clienti (ma si tratta di imprevisti facilmente risolvibili con un’adeguato piano di comunicazione); per un motivo analogo alcune risorse online e/o software potrebbero avere qualche problema nel riconoscerle, ma si tratta di casi poco frequenti. Le medie e grandi imprese, per non rinunciare alle proprie strategie comunicative, dovrebbero affiancare ai gTLD un “backup” costituito da un TLD classico.
Il livello di sicurezza offerto dall’estensione è adeguato?
Come già accade con i TLD, gli hacker hanno preso di mira anche i gTLD utilizzandoli per campagne di spam, phishing e via dicendo. “Iniziative” di questo genere sono ormai un “classico” della Rete: online si trovano comunque diversi report liberamente consultabili che cercano di elencare le estensioni “preferite” dagli hacker (.download è una di queste) e quindi da evitare.
Certe estensioni sono in grado di garantire un miglior posizionamento nei motori di ricerca?
Ad oggi gli esperti SEO non hanno ancora riscontrato differenze tangibili tra un gTLD ed un TLD. E’ curioso tuttavia segnalare un recentissima vicende inerente tale argomento che ha visto addirittura intervenire due rappresentati Google: la discesa in campo di Both Mueller e Gary Illyes è stata causata dalla pubblicazione di un articolo su Search Engine Land nel quale si parlava di un incremento di visite, sul sito di un avvocato, in seguito al passaggio da .com a .attorney (un gTLD). I due rappresentanti hanno smentito l’articolo affermando che Google non tiene conto delle parole chiave/estensione. Chi avrà ragione?
L’approfondimento si conclude qui. Ai prossimi post dedicati al mondo dei domini.