Negli ultimi anni il mercato dei domini ha visto l’arrivo di una nuova serie di estensioni, i cosidetti gTLD, che la stessa ICANN ha voluto fortemente lanciare per “ravvivare” un settore che iniziava ad accusare una certa stanchezza generale. Hosting Solutions ha naturalmente proposto fin da subito i gTLD nel proprio listino ufficiale e periodicamente vi aggiorna sulle uscite più interessanti del momento.
Nel post di oggi, il primo di una serie, vedremo quali sono i principali punti sui quali ragionare prima di procedere alla registrazione di un’estensione di dominio (TLD o gTLD che sia), a cominciare dal seguente:
Affidabilità percepita
Nell’introduzione abbiamo detto come siano disponibili sul mercato svariate estensioni a dominio (nel listino Hosting Solutions ne sono presenti ad esempio più di 400). La maggior parte degli utenti e delle aziende, quando pensa ad un dominio da registrare, rivolge immediatamente l’attenzione ai TLD (.com) o ai ccTLD (country code TLD, per l’Italia abbiamo il celebre .it), una scelta tutto sommato comprensibile perchè si tratta di domini presenti sulla scena da tempo (un trentennio per l’estensione .com) e che hanno quindi una consolidata notorietà in Rete.
I gTLD, inserendosi nel contesto brevemente delineato, hanno inizialmente faticato ad affermarsi per poi iniziare gradualmente a guadagnare l’interesse del pubblico (anche se restiamo lontani dai risultati di .com, .org etc). E’ davvero il caso di passare ai gTLD, magari per sfruttare l’effetto novità di questi ultimi e/o rinvigorire la propria strategia comunicativa? Dipende.
E’ probabile che nell’immediato futuro diversi gTLD (.store) acquisiscano lo stesso livello di notorietà di alcuni TLD ma fino a quel momento, almeno per le medie-grandi imprese, è opportuno valutare con estrema cautela il passaggio ai gTLD o effettuare gli opportuni test del caso.
Un portfolio domini è veramente utile?
Non è raro che aziende e privati registrino più domini affidandosi a differenti estensioni per massimizzare le proprie strategie di comunicazione online. Ad esempio un’azienda può registrare una serie di domini indirizzati ad un determinato target. Anche in questo caso .com o i ccTLD appaiano la scelta più logica ma anche i gTLD possono rivelarsi utili. Un ristorante (www.esempio.it) potrebbe ad esempio registrare “www.esempio.pizza” facendo puntare quest’ultimo alla sezione del sito principale dedicata alle “pizze della casa”.
Appuntamento alla prossima settimana con la seconda parte dell’approfondimento.