Gli effetti SEO del trasferimento domini: un caso reale – II parte

Dopo le operazioni preliminari, il trasferimento domini entra nel vivo con l'attivazione dei redirect dai vecchi siti alle nuove pagine. Ecco cosa accade

Gli effetti SEO del trasferimento domini: un caso reale – I parte

Ti ho già spiegato che quando viene effettuato un trasferimento domini, potrebbero verificarsi degli effetti SEO non graditi o non previsti ed è quanto ha voluto verificare un professionista del ranking analizzando cosa accadeva al posizionamento dei suoi contenuti dopo l’unificazione di cinque domini in uno solo.

Nello scorso appuntamento ti ho parlato delle fasi preliminari, mentre oggi voglio dirti cos’è successo nel giorno in cui Dr. Peter, l’esperto di Moz.com, ha effettuato i primi redirect dai vecchi domini al nuovo.

Il giorno che potrebbe essere definito dello switch-off, Dr. Peter ha effettuato tutta una serie di controlli minuziosi che non sempre vengono eseguiti.

Per prima cosa, si è occupato di verificare fisicamente e manualmente il funzionamento di tutte le pagine, utilizzando un semplice browser per valutare la corretta risoluzione di ogni singola pagina.

In secondo luogo, Dr. Peter ha provveduto ad andare oltre, valutando gli headers oltre la risoluzione effettiva delle pagine. Il controllo degli headers è importante per verificare che il redirect 301 funzioni correttamente e, soprattutto, per verificare che non si crei un loop di redirect dannosi dal punto di vista SEO.

Per operare questo controllo, Dr. Peter ha scelto lo strumento URI Valet fra la miriade di software e tool gratuiti disponibili in tal senso. Dalla verifica è scaturito che, nonostante sia un esperto di trasferimento domini, ha commesso qualche errore sbagliando alcuni redirect 301. Questo dimostra che anche se si è professionisti SEO, non bisogna trascurare gli aspetti più semplici sui quali si rischia di errare.

Trasferimento domini: sì alla presentazione a Google e alla sitemap in XML

In terza battuta, Dr. Peter ha effettuato un’operazione che alcuni ritengono anacronistica e che, invece, secondo lui, durante un trasferimento domini, ha una certa valenza.

Ha deciso di presentare direttamente il sito a Google. Per quanto non sia un’operazione necessaria, visto che i Google Webmaster Tools consentono di eseguire l’operazione, Dr. Peter ha deciso di procedere in tal senso, non tanto perché se ne ricava un vantaggio rank, quanto perché lo strumento da usare offre un immediato feedback da parte di Google sulla scansione delle pagine del sito e se ci sono problemi macroscopici se ne viene subito a conoscenza, potendoli risolvere subito.

Allo stesso modo, Dr. Peter ha deciso di presentare una sitemap XML a Google sempre attraverso i Google Webmaster Tools. In realtà, la sitemap presentata era formata da una serie di sitemap a più livelli, suddivisa in sezioni logiche.

In questo modo, si ha maggiore facilità nell’effettuare le diagnosi corrette sulle pagine indicizzate da Google e sul livello di indicizzazione stesso, valutando con maggiore precisione eventuali difficoltà a livello SEO.

Così, dopo aver effettuato lo switch e tutte le operazioni su indicate, non resta che valutare l’andamento dal punto di vista SEO dei siti vecchi e del nuovo dominio.

In questa parte dell’esperienza, l’attesa, l’attenzione, la pazienza e la calma fanno da padroni a tal punto che proprio questa fase del trasferimento domini è la più stressante.

Per scoprire cos’è accaduto, non mi resta che darti appuntamento al prossimo post conclusivo.