Gli effetti di un post provocatorio sul tuo blog

Un post polemico è davvero necessario per incrementare le statistiche del tuo blog? Ecco cosa è davvero accaduto con un esperimento su Quick Sprout

Molti autori conoscono e, a volte, utilizzano un post provocatorio nella strategia di pubblicazione del proprio blog. Non tutti però sanno maneggiare correttamente un post provocatorio ed è per questo che oggi ho pensato di accompagnarti alla scoperta di una strategia blog davvero raffinata, ma che può rappresentare un’autentica arma a doppio taglio.

Per post provocatorio intendo una qualsiasi pubblicazione il cui tenore strida fortemente con il pensiero comune: in pratica, il contenuto del post deve andare contro corrente in modo molto schietto, senza troppi giri di parole e anche con molto coraggio.

Un esempio di post provocatorio potrebbe quello di decidere di scrivere un pezzo dal titolo: “Scrivere seguendo le regole SEO e la SERP di Google è inutile”. La maggior parte dei lettori che guarderanno al contributo, già dal titolo inizieranno a sentire un forte senso di disagio, poiché tutti sappiamo bene che scrivere sul Web senza preoccuparsi della SEO e della SERP di Google è pressoché insensato.

Al di là del titolo che ti ho portato di esempio, c’è anche chi è andato ben oltre e ha volutamente esagerare, creando un post provocatorio molto più pesante, divenuto poi un esperimento per capire come questa tipologia di contributi possa influire sul traffico di un blog.

Ti sto parlando di Quick Sprout, il blog in cui Neil Patel ha pubblicato un post provocatorio dal titolo: “Ecco perché le persone di successo sono pezzi di m****”. Ho volutamente censurare la parolaccia di cui si capisce perfettamente il significato, semplicemente perché personalmente non sono molto d’accordo con questa tipologia di provocazione e, soprattutto, credo che su un blog che si rispetti non sia necessario né giusto utilizzare il turpiloquio. Al di là di quelle che possono essere le mie considerazioni personali, rimane interessante scoprire cosa sia successo una volta mandato online il contributo.

Gli effetti di un post provocatorio al blog di Neil Patel

In breve:

–          molti utenti che ricevono la newsletter di Quick Sprout nella propria casella di posta business si sono sentiti offesi dalla parola utilizzata, a maggior ragione che usano l’indirizzo per lavoro. Gli stessi hanno inviato email di protesta a Patel chiedendo l’immediata cancellazione dalla newsletter e solo pochissimi si sono complimentati per il coraggio e la schiettezza usati;

–          danni al brand: il titolo provocatorio e con turpiloquio ha innescato una raffica di commenti negativi e rabbiosi di non poco conto, che hanno sicuramente portato danno al brand e alle qualità che il blogger aveva esposto fino a quel momento;

–          cancellazioni dalla newsletter a go-go: se ben concepita, la newsletter porta traffico, ma in questo caso ha solo provocato una raffica di cancellazioni dalla sottoscrizione con un addio che è rischioso per qualsiasi tipologia di blog, dal più piccolo al più importante;

–          aumento delle visite: contrariamente a quanto ti potessi aspettare dopo i risvolti negativi che fin qui ti ho elencato, c’è stato un aumento delle visite che può sembrare una conquista (anche monetaria dal punto di vista Adv), ma lo stesso Patel sottolinea che non sa quanto questo evento possa durare. In pratica, questa ondata di traffico potrebbe essere semplicemente la condivisione di qualcosa da mostrare ai contatti come obbrobrioso e negativo, per cui il traffico potrebbe essere semplicemente generato da pura curiosità per ciò che gli utenti potrebbero considerare un errore madornale.

Ora, potrai capire bene che i post provocatorio non sono sempre molto utili, certo ti aiutano ad avere traffico e spesso sono scritti con l’intento di avere il maggior numero di interazioni da parte degli utenti che, indignati, non possono pensare di non rispondere a quanto scritto. Da parte mia, ti posso dire che bisogna saper usare alla perfezione i post provocatori e, in generale, è sempre meglio lasciare stare, per evitare di non esagerare (come nel caso di Patel) e ottenere così degli effetti indesiderati davvero preoccupanti.

Insomma, un post provocatorio non ben gestito potrebbe lasciare gli utenti del tuo blog un po’ come la signorina dell’immagine su riportata: negativamente stupiti!