Ecommerce in Italia: crescita a doppia cifra, ma adozione lenta

Nonostante la crisi, in Italia l’ecommerce continua a crescere con una percentuale a due cifre, ma secondo il rapporto Netcomm presentato alla Camera dei Deputati, sono poche le aziende italiane che si affidano a questa modalità di vendita e ancor meno sono quelle che riescono a competere sul Web a livello internazionale.

Il rapporto di Netcomm sembra quindi definire un quadro a due colori. Se da un lato c’è la luce della fortuna dell’ecommerce italiano, dall’altro c’è l’ombra delle PMI nostrane che non sono in grado di approfittarne. I motivi del successo del commercio elettronico e, allo stesso tempo, quelli della scarsa diffusione fra le aziende italiane sono variegati.Ecommerce in Italia: crescita a doppia cifra, ma adozione lenta

Prima di analizzarli, però, è utile sciorinare alcuni numeri significativi.

La crescita dell’ecommerce in Italia nel solo 2014 è stata del 20 percento, con un valore totale di 13.3 miliardi di euro e un numero di acquirenti che è quasi raddoppiato, passando dai 9 milioni di tre anni fa ai 16 milioni dell’ultimo trimestre. Di questi, più la metà (ossia circa 10 milioni di utenti) possono essere considerati acquirenti online abituali, ma la cifra sale di circa 6 milioni (per un totale di quasi 22 milioni di persone) se si considerano tutti gli italiani che almeno una volta hanno effettuato un acquisto sul Web.   Di  tutti, circa il 23 percento ha comprato online sfruttando lo smartphone o il tablet.

Cifre da capogiro, che ben si inseriscono nel quadro internazionale dell’ecommerce, a dimostrazione che, almeno in questo settore, l’Italia non risulta seconda a nessuno.

A fronte di queste cifre di tutto rispetto che mostrano come l’ecommerce nostrano sia davvero appetibile, si scopre che solo il 4 percento delle imprese italiane sono capaci di vendere online e non si arriva neanche a questa misera percentuale se si cerca di valutare tutte le aziende nostrane presenti sul Web che sono capaci di competere nei mercati esteri.

Ecommerce italiano e il divario fra potenzialità e realtà

Questo divario fra ciò le potenzialità e la realtà dei fatti mostra come le aziende italiane stanno perdendo un’opportunità di non poco conto, che potrebbe davvero aiutarle a sollevarsi dal tessuto economico locale in crisi, per trovare una spinta verso la ripresa business.

Sempre secondo Netcomm, a rendere inattive le PMI verso il commercio elettronico sono le questioni di tipo legislativo e burocrativo, i problemi e il peso fiscale e il difficile accesso alla banda larga.

A queste motivazioni, forse, bisognerebbe aggiungere anche una scarsa cultura informatica, una poca avvedutezza e fiducia nei mezzi del futuro e in Internet e una scarsa capacità di trovare aziende affidabili a cui dare mandato per la progettazione e la gestione della vetrina online.

I privati italiani, d’altra parte, sembrano premere per la diffusione degli ecommerce, cercando offerte, promozioni, prezzi più vantaggiosi, beni non altrimenti reperibili nelle abituali zone offline di acquisto e l’opportunità di fare shopping negli orari più consoni.

Gli italiani iniziano anche a fidarsi di più dei pagamenti elettronici che sono in aumento, soprattutto quelli effettuati con lo smartphone.

Eppure, basterebbe davvero poco per avviare un proprio ecommerce, come ad esempio affidarsi a servizi semplici e immediati come l’ActiveShop di Hosting Solutions. Con un minimo sforzo di volontà ed economico, si potrebbe aprire il proprio business alla fortuna dell’ecommerce.