Ecommerce: il cliente ha tolleranza zero per i siti lenti

Ecommerce lenti poco profittevoli. A confermarlo sono delle ricerche che dimostrano come per i clienti e gli store online il tempo sia davvero denaro

Un cliente ecommerce scappa via in quasi la metà del tempo necessario a un uomo per battere le ciglia. Solo 250 millisecondi di ritardo nell’apertura di una pagina del sito ecommerce e il cliente è già sullo store di un concorrente. Sembra assurdo, ma il profilo di impazienza dell’utente tipo è descritto da Harry Shum, che si occupa in Microsoft del settore ricerca e sviluppo per il motore di ricerca Bing.

Questa caratteristica di velocità a cui gli internauti mirano è una questione spinosa per la maggior parte degli store online, a tal punto che la stessa Google si interessa alla velocità dei siti, per deciderne il posizionamento nelle pagine della SERP.

I clienti sono dunque sempre più esigenti e le loro aspettative sui tempi di caricamento di un sito, soprattutto di una vetrina ecommerce, continuano a crescere. Gli utenti potranno arrivare presto ad avere pretese per ridurre i tempi morti a un quarto o a un ottavo del tempo necessario per battere le ciglia, muovendosi verso una tendenza che gli esperti definiscono di pazienza-zero.

A confermare questo trend vi sono altri studi condotti da importanti operatori del settore. Ad esempio, il Walmart Labs, che si occupa del mantenimento del sito ecommerce Walmart.com, ha individuato che i clienti convertiti sono quelli che hanno sperimentato tempi di caricamento medi intorno ai 3.22 secondi durante la visita e durante la vendita. Gli utenti che non hanno effettuato acquisti, invece, hanno incontrato tempi di caricamento medi nell’ordine dei 6 secondi.

I ricercatori hanno quindi tentato di ottimizzare al meglio la piattaforma in termini di velocità. Il team ha registrato un incremento dei ricavi dell’1 percento per ogni 100 ms di tempo risparmiati sui caricamenti delle pagine e un aumento del 2 percento dei tassi di conversione per ogni singolo secondo di miglioramento.

Ecommerce sempre più lenti

Nonostante tutte queste informazioni, secondo Alexa, i 500 retail online più importanti dell’ambito ecommerce hanno subito un peggioramento delle prestazioni nel 2013, con tempi di caricamento medi delle pagine pari a 9.3 secondi contro i 7.7 secondi rilevati nell’anno precedente.

Il problema sembra sia insito nella crescita delle pagine del catalogo e dei prodotti a disposizione, nella crescita delle dimensioni delle pagine stesse (con un incremento del 31 percento) e nella presenza sui siti di componenti sempre più complessi, ma necessari per garantire al cliente il giusto livello di interazione e socialità.

La difficoltà più evidente è comunque sugli smartphone e sui tablet, dispositivi dai quali si sta consolidando la pratica dello shopping mobile. Si acquista dal cellulare non solo negli States, ma anche in Europa e, inaspettatamente, anche in India e in Cina. Soprattutto nel paese della Grande Muraglia, PriceWaterhouseCoopers, in un rapporto di aprile 2014, conta che circa il 70 percento dei cinesi ha effettuato shopping in mobilità, contro un debole 32 percento rilevato nello stesso periodo per il popolo americano.

Anche da mobile, il profilo pazienza-zero è quello tipico dei clienti, che in mobilità sembrano richiedere ancora più velocità di quella desiderata dal PC.

Per migliorare i tempi di caricamento dei propri ecommece, agli editori non resta che tagliare sulle risorse inutili presenti sulle pagine e dovranno dotarsi di soluzioni hosting apposite e veloci, di piattaforme ecommerce lineari e rapide e, per i webstore più sviluppati, di soluzioni cloud all’avanguardia.

Strumenti tradizionali come CDN e software per cache e ottimizzazioni non sembrano comunque più sufficienti e si guarda a nuove tecnologie capaci di gestire applicazioni Web dinamiche client-centriche, senza dover interpellare i server con i conseguenti incrementi temporali che tanto fanno male all’ecommerce.