E-Commerce: la situazione europea a metà del 2024

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Come vediamo periodicamente, il mondo del commercio online è sicuramente uno dei settori più interessanti da monitorare e soprattutto sempre foriero di novità e innovazioni che possono tornare utili a coloro che si apprestano ad entrarvi o che già ci sono e vogliono effettuare un rinnovamento dei portali. Nell’approfondimento di oggi parliamo brevemente dei risultati di un webinar di NIQ, azienda che si occupa di sondaggi e dati sui comportamenti d’acquisto in tutto il mondo, che ha esposto come si sta muovendo attualmente in Europa il mercato dell’e-commerce in termini di spesa, prodotto e molto altro.

NIQ ha preso in considerazione quelli che sono i paesi principali europei quali Italia, Francia, Germania, Olanda, Austria, Spagna, Austria e Irlanda per quel che riguarda innanzitutto il tasso di crescita del commercio online, che per il primo dei due semestri del 2024 fa segnare un +1% per quel che riguarda i clienti e un +4% della frequenza degli acquisti online. Si tratta di un dato all’apparenza basso ma molto positivo, perché negli Stati Uniti il mercato non fa segnare crescita né negli utenti generali né nella frequenza ed anche perché gli unici mercati che salgono sono quelli delle parti più popolose dell’Asia come l’India, ma solo per il numero di acquisti e non per quello degli utenti.

Passando alle categorie merceologiche più battute dagli europei troviamo al primo posto la moda, che riguarda più di due terzi degli acquisti (67%) seppur in lieve calo rispetto al 2023, seguita dai prodotti di bellezza e cura della persona con il 56% ma in aumento del 2,2% dal 2023 ed infine i beni tecnologici, fermi al 55% ma in calo rispetto all’anno scorso. Aumentano invece in modo interessante tutti i servizi che riguardano la spesa online di beni alimentari e non solo oltre al delivery di cibo e bevande, che arrivano rispettivamente al 54% ed al 41% con frequenze anche piuttosto più alte. In Italia i settori visti finora non hanno andamenti particolarmente divergenti ma si può segnalare un lieve calo di moda e tecnologia così come un aumento, ma più contenuto rispetto ad altri paesi europei, di cibo, bevande e prodotti per la casa che salgono del 7% contro i dati di Francia e Inghilterra che segnano aumenti di più del doppio.

Passiamo alle spese e vediamo rapidamente che in Germania si totalizza la cifra media più alta per persona, pari a 1.125 Euro, seguita dai 997 Euro totalizzati nel Regno Unito, dove c’è anche la maggior frequenza d’acquisto (22,7 ordini di media a cliente), e i 951 Euro di media totalizzati in Francia. In questa particolare tematica l’Italia è “ferma” a 583 Euro di media a utente e una quota di 12 come frequenza degli acquisti. La spesa maggiore in Europa proviene sicuramente dalla generazione dei millennials ovvero i nati fra il 1980 ed il ’94, che di media spende una cifra intorno ai 1.091 Euro, ma la cadenza maggiore degli acquisti la raggiunge un’altra generazione, quella dei nati tra il ’60 e il 1980. Al terzo posto delle generazioni che spendono di più troviamo i nati a partire dal dopoguerra, mentre quelli con una spesa pro capite minore sono i nati a partire dal ’95. La proiezione più interessante, tuttavia, è che quest’ultima generazione ha un peso numerico molto alto attualmente a livello globale ed in futuro sicuramente arriverà a livelli di spesa media e totale ben più alti dei nati nel secondo dopoguerra.

Terminando su una delle modalità di acquisto più in voga negli ultimi anni, ovvero il cosiddetto “acquista subito e paga dopo”, NIQ ha trovato alcune differenze tra paesi europei. A cominciare dall’Italia, dove viene utilizzata dal 3% dei consumatori online e dove, in questo primo semestre del 2024, vediamo una timida risalita dopo essere scesa in basso durante il Covid. Non si può dire, invece, lo stesso per la Germania, dove si passa a una percentuale del 12%, segno che il sistema di pagamento posticipato ha una maggior presa e molta più praticità per gli acquirenti. Passando da un estremo all’altro infine troviamo la Spagna, dove il dato non si smuove oltre l’1%.

 

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