E-commerce in Italia: nuovi numeri dal Politecnico di Milano

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Siamo quasi al termine della prima metà del 2025 ed è, come abbiamo anche recentemente visto, tempo di fare qualche primissimo bilancio rispetto ai dati veri dopo le previsioni analizzate al termine dello scorso anno. Ci viene in sostegno, a tale scopo, la recente conferenza dell’Osservatorio E-commerce b2C del Politecnico di Milano, durante la quale si sono viste tutte le tendenze osservabili, i settori premiati dal gennaio scorso e tutta un’altra serie di dati che qui scorreremo in breve.

Si comincia con un breve sunto e con una buona notizia, ovvero il fatto che la crescita continua ed è costante per tutti i settori osservati, come il cibo, i prodotti di bellezza, l’abbigliamento, l’informatica ed elettronica di consumo, mentre seppure in crescita risultano un po’ in frenata le auto ed i ricambi. Sale oltretutto, come osservato anche nel report Shopfully, anche la percentuale di compenetrazione dei canali di vendita online rispetto a quelli fisici, che arrivano infatti all’11,2%. Non si parla ovviamente soltanto di merci, e notiamo infatti che il settore dei servizi al consumatore hanno avuto un incremento percentuale pari all’8% e raggiungono 22 miliardi di Euro di indotto totale. I prodotti acquistati maggiormente dai portali e-commerce sono quelli di elettronica e informatica, che hanno il 43% sul totale della spesa seguiti da Editoria, al 39%, arredamento e abbigliamento, rispettivamente al 20 ed al 18%.

Il totale degli acquisti online dall’inizio dell’anno arriva alla cifra record poco sopra i 40 miliardi, facendo segnare un incremento addirittura del 6% rispetto allo stesso periodo del 2024, mentre scendendo nel dettaglio di alcuni dei dati sopracitati vediamo che la maggior crescita è quella del 7% del settore del cibo, soprattutto trainata dal delivery e dalle spese online al supermercato, pratica sempre più diffusa e frenata forse soltanto dai costi ancora elevati. Oltretutto, il valore totale di questo particolare settore di vendita è arrivato a toccare quasi quota 5 miliardi di Euro in Italia. Le tecniche usate dai ristoratori si stanno mutando anch’esse seguendo l’onda delle preferenze dei clienti, pertanto si rifanno alle aziende specializzate nella spedizione del cibo per quel che riguarda questa particolare funzione, mentre mantengono l’autonomia sui take-away con ordine online e ritiro in loco.

Continuando a parlare delle varie crescite, poi, citiamo nuovamente quella dei prodotti di bellezza, mentre gli altri top player del mercato online che abbiamo già visto crescono di percentuali che vanno tra il 5 ed il 6%. Partiamo proprio dal settore citato per prima, il beauty, che comprende ovviamente i farmaceutici, gli igienici e i cosmetici, un mercato che ora vale più di 3 miliardi in Italia e sale del 7% dal 2024. La spesa media online è di quasi 40 Euro, mentre le attenzioni che vengono riservate ai clienti, attualmente, non riguardano soltanto la mera vendita ma anche l’accompagnamento ad un acquisto utile e consulenze esperte degli operatori. Passiamo poi al settore arredamento, che ora vale in totale quasi 5 miliardi di Euro e cresce di anno in anno del 6% anche grazie a progetti di legati all’esperienza di acquisto del cliente usando l’AI e banalmente all’aggiunta alle proprie offerte di servizi di consegna sempre più aderenti alle necessità, come le consegne al piano gratuite.

Si torna poi al celebre settore dell’abbigliamento, che attualmente vale oltre 6 miliardi di Euro, sale del 5% e produce una spesa media di 114 Euro a sessione, con i facenti parte di questo particolare mercato che attualmente stanno implementando progetti a sostegno del mercato dell’usato e lanciando nuove piattaforme per la vendita. Abbiamo accennato infine alla categoria che cresce ma che purtroppo lo fa in modo più lento degli altri e segna anche una battuta di arresto rispetto ai tempi più recenti, ovvero quella di auto e ricambi che vale in Italia quasi 3 miliardi e sale del 3% rispetto al 2024. A chiusura di questo breve aggiornamento sull’E-commerce in Italia vengono anche aggiunti alcuni commenti da parte degli esperti, che confermano una ricerca sempre più spasmodica sia delle vendite che delle esperienze. Questa tendenza, già avviata negli scorsi anni, sembra arrivata finalmente ad un punto di svolta, dato dalle nuove tecnologie disponibili come la IA e sicuramente anche dalla sensibilità sempre più diffusa da parte dei venditori. Ciò considerato, è chiaro vedere come quindi si ricerchino contatti più umani e reali coi clienti ed i prospect, dando gli strumenti per farlo immergere ancora di più nei prodotti, con l’AI, e mostrando come non si utilizzi un solo canale di vendita ma molteplici, curando ciascuno in modo preciso.

In chiusura, dalle recenti analisi si può dire che ormai l’e-commerce è praticamente diventato parte inscindibile anche dei consumatori italiani, che contano 35 milioni di clienti digitali, in salita di 1,2 milioni in un solo anno, e oltre 90mila aziende con almeno un canale di vendita online. Il fatto poi che non copra soltanto, banalmente, settori considerati più “semplici” come l’abbigliamento e l’elettronica ma anche, finalmente, cibo e cosmetica, giusto per fare due esempi. L’analisi dell’Osservatorio Polimi termina spiegando che i clienti aumentano ma si stanno anche tipizzando in modo netto, aggiungendo che sì, aumentano gli indicatori economici ma le spese sono più leggere a dimostrazione di tanti acquisti, fatti spesso e spezzettati. Per capire meglio questa tendenza l’Osservatorio spiega che ci sono tre tipi principali di cliente di e-commerce: quello orientato al prezzo, che preferisce pagare meno rispetto a prendere il servizio migliore; quello che cerca l’usato e la sostenibilità e quello che preferisce le experience, ovvero la presenza di strumenti innovativi. Proprio in base a queste necessità, è importante che i passi che verranno fatti dalle aziende che vogliono vendere online e migliorare le performance siano verso le questioni logistiche, l’esperienza del cliente e tutto ciò che è necessario per rafforzare il legame coi propri consumatori, quindi per dirla rapidamente ci vorrà più innovazione e più volontà e capacità di addentrarsi in tutti i cambiamenti imposti dall’ecosistema.

 

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