Come ogni anno, la Casaleggio Associati ha pubblicato un report globale sullo stato dell’arte di tutto ciò che riguarda l’E-Commerce, a partire dalle cifre e passando da tutti i vari trend. Per poter effettuare una stima di cosa abbia in serbo il 2023 iniziato da pochi mesi è necessario fare un passo indietro ed una panoramica sul 2022. La fine dei lockdown in quasi tutto il mondo ha significato anche la chiusura di quel boom al quale si è assistito a partire dal marzo del 2020 per le ragioni ormai note a tutti. Dal lato opposto però l’indotto generato mediante le vendite online è rimasto quasi inalterato, questo a causa dell’aumento di tutti i costi di gestione e dell’inflazione, che hanno consentito di portare le cifre ai livelli pandemici nonostante le minori vendite. A partire da questo, la previsione di crescita per il 2023 dell’E-commerce viene comunque approssimata al 17,62%.
Come visto nel report di We Are Social che abbiamo analizzato qualche tempo fa, aumentano annualmente gli utenti del web così come le previsioni di indotto generato dall’E-Commerce che arriverà nel 2023 a toccare quota 6000 miliardi di dollari puntando alla soglia degli 8000 miliardi per il 2026. Il colosso globale delle vendite online è attualmente Alibaba che tocca quasi 800 miliardi e al secondo posto troviamo Amazon con quasi 700 miliardi. I paesi in cui si spende di più annualmente online sono Hong Kong e gli Stati Uniti mentre l’Italia si attesta in una posizione mediana. Il report poi fa una lunga disamina sulla contrazione delle vendite nel periodo post lockdown giustificato col boom inaspettato avvenuto nel periodo pandemico. Nel solo periodo 2021-2022 l’Italia è risultata uno dei paesi con la maggior crescita di vendite online, pari al 27%, mettendo però in evidenza che l’anno di maggior grazia è stato il 2021, mentre il 2022 si è riassestato su livelli addirittura più bassi del 2020 che comunque aveva avuto una grossa spinta.
Facendo un focus ancora maggiore sull’Italia, l’ultimo anno ha rappresentato una grandissima crescita sia a livello di utenti, rimasti però ad un numero simile rispetto al boom del periodo Covid, sia nel fatturato, dove si sono superati i 75 miliardi di spesa totale. L’aumento percentuale riscontrato è del 18,58% rispetto al 2021 ma anche in questo caso il “merito” va principalmente al forte aumento dell’inflazione e quindi dei prezzi e non direttamente ad un aumento del numero di acquisti. I settori che più hanno beneficiato di questi rialzi sono stati sicuramente quello alimentare, i casalinghi, l’elettronica ed i servizi online dei centri commerciali.
Esistono però ancora diverse “scorie” lasciate dagli anni 2020 e 2021, che vanno a pesare particolarmente sulla composizione degli incassi annuali che derivano dagli acquisti online. Questo perché ad esempio le attività di tempo libero, come il gaming e lo sport mentre al secondo posto troviamo i centri commerciali online. Il settore che invece continua ad aumentare con gli anni la sua redditività è sicuramente quello del turismo, che dopo i vari lockdown è tornato a salire superando anche i livelli pre-pandemici. Il forte aumento nel suo caso non è dovuto principalmente all’inflazione, poiché quest’ultima incide soltanto in minima parte. Quest’ultima incide invece sul settore alimentare, al quarto posto, che vede un forte calo post pandemia con la gente che sta lentamente tornando ad acquistare nei negozi.
Chi beneficerà di più del rialzo dei prezzi saranno sicuramente i produttori, mentre i venditori saranno costretti a subire il tutto. Casaleggio Associati nel suo report stima che i possessori di siti E-Commerce prevedono che la loro crescita sarà del 17% circa con una forte spinta dallo stesso comparto del tempo libero, quello alimentare e quello che viene chiamato Salute e Bellezza. La strategia digitale delle aziende comprende per il 2023 un aumento del fatturato annuo, l’aumento dei clienti e dell’awareness e fidelizzazione di coloro che già sono clienti. A tutto il 2022 la maggior parte del fatturato proviene dai siti web, ma per il 2023 si prevede anche una graduale entrata nei marketplace di terze parti così come sulle piattaforme dedicate nei social. Al termine del report riferito all’Italia leggiamo anche che attualmente le App mobile coprono l’8% del fatturato annuo.
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