E-Commerce: i dati per il 2024 di Casaleggio Associati

News-HS

Ogni anno la Casaleggio Associati produce una lunga analisi riguardante il commercio online italiano, che per questa edizione si chiama Ecommerce Italia 2025. In questi report vengono trattati i più disparati temi, andando dallo stato attuale dell’arte, passando per i trend ed arrivando anche ai consigli per le vendite in Italia ed all’estero. Partendo appunto dallo stato attuale dell’e-commerce nel nostro paese viene spiegato che nell’ultimo anno la transizione verso tecnologie sempre più avanzate, anche nel nostro paese, ha continuato a procedere spedita, facendo arrivare ad un valore finale complessivo di quasi 86 miliardi di euro ed una crescita del 6%. Tra i mercati più attivi ci sono sicuramente quelli delle scommesse, quelli dei mezzi di trasporto a due e quattro ruote e quelli assicurativi che si sono ingranditi ed hanno raggiunto buoni risultati.

Come detto più volte è la AI che muove principalmente tutte le esperienze dei clienti all’interno dei loro siti di vendita, mentre per il settore della moda si è visto salire molto il sistema di acquisto via app, che prima non dava i frutti che vediamo adesso. Allo stesso modo, tutto il lavoro in background degli sviluppatori e dei proprietari dei siti e delle app di vendita è mirato al miglioramento generale e costante delle esperienze di acquisto e soprattutto l’anticipazione di tutto quello che può emergere a livello di trend. Abbiamo già visto nel recente report di We Are Social e Meltwater che il settore della moda è quello che crea più fatturato, così come i numeri riguardanti coloro che acquistano online che calano per il terzo anno di fila seppur di percentuali molto basse, basti pensare che il 20,1% del totale degli acquisti retail è fatto online mentre nel 2023 la percentuale fu del 20,8%. Al contempo, tuttavia, l’e-commerce si sta tramutando, almeno negli USA, nel principale mezzo di acquisto da parte dei consumatori in sempre più settori, ma è comunque l’Asia il continente con più mercati online e quindi con più fatturato, arrivato ormai a toccare i due trilioni di dollari nel 2024, ma il peso maggiore in questo dato ce l’ha sicuramente la Cina. Sembra che invece le stime quadriennali di crescita più ottimistiche le abbiano i mercati online di Turchia, Brasile, India, Messico e Russia.

Passando all’Italia, vediamo come nel report, siamo arrivati a 53 milioni di utenti della rete, e come abbiamo visto il fatturato e-commerce totale è arrivato a 85 miliardi di Euro considerando anche il calo dell’inflazione in controtendenza con gli anni scorsi. Purtroppo però la crisi sta un po’ facendo rivedere al ribasso alcuni numeri così come le stime sulla crescita e questo s’è riflettuto principalmente su quei settori che l’anno precedente avevano avuto i rialzi maggiori quali i marketplace, i viaggi ed i prodotti per animali. L’editoria è invece il settore con il maggior calo, mentre ci sono alcuni già citati settori con la crescita più marcata ovvero, tra gli altri, le scommesse, la moda e le assicurazioni. Le priorità per coloro che vendono online in Italia sono ovviamente la crescita di fatturato e l’acquisizione o fidelizzazione di clienti, oltre all’aumento della cosiddetta awareness.

Passando alle nuove tendenze dell’E-commerce in Italia si parla ancora nel 2025 del passaggio o dell’incremento di modelli basati su AI per l’esperienza del cliente, sia dal punto di vista di creazione di contenuti sia per quel che riguarda gli strumenti per la conversazione diretta. Altri fattori importanti sono ovviamente quelli riguardanti le consegne, sistemi per consigliare in modo migliore i prodotti da comprare ed altri per evitare l’abbandono dei carrelli o dei portali. Come ogni anno, anche la sostenibilità ambientale ricopre un ruolo importante per ciò che riguarda la decisione dei clienti di effettuare un acquisto così come la necessità di avere processi automatici di gestione dei magazzini. Aumenta anche il ricorso allo shopping diretto (o live) tramite contenuti interattivi ed anche il mercato dei prodotti di seconda mano o di noleggio, sempre per sottolineare l’importanza della circolarità. Tornando alla AI, secondo i dati di Casaleggio Associati il ricorso a questa tecnologia, attualmente, è dedicato maggiormente alla creazione di contenuti, alla traduzione dei testi più rapida e solo al terzo posto troviamo l’analisi dei dati con annesse previsioni. Quando però viene chiesto quali sono le criticità maggiori riscontrate nell’utilizzo o nell’implementazione di tecnologie di AI le aziende italiane hanno detto che nella maggior parte dei casi manca proprio la strategia di base, è difficile scegliere il fornitore ed il partner giusto, non è facile l’integrazione dell’AI coi sistemi attuali e, immancabile, la mancanza di expertise all’interno del team aziendale.

Ovviamente, oltre al sito web ed alle tecnologie per migliorare l’esperienza ai clienti ci sono da considerare anche le tecniche di marketing online, per le quali anche per il 2024 è possibile tracciare un piccolo bilancio. Innanzitutto, la maggior parte del budget (30%) per fare marketing viene utilizzato per il SEM, mentre il 15% circa viene destinato alla SEO e l’11% ai contenuti sponsorizzati sui social così come per l’email marketing. Il problema è invece relativo al tentativo di espandere il proprio mercato al di fuori dell’Italia, perché dai dati vediamo come praticamente la metà di coloro che vendono online lo fanno solo nel nostro paese ed il 36% ha invece un portale navigabile in lingua estera e vende anche fuori. Sebbene in crescita, invece, resta ancora bassa la presenza vera e propria nei mercati esteri e questo si ripercuote anche nelle quote di fatturato provenienti da fuori Italia, che attualmente valgono poco più di un quarto del totale di media ma per alcune società ha già raggiunto un buon 50%. Ciò considerato, è importante anche aggiungere che i mercati in cui l’Italia è più presente sono quelli della Francia e della Germania, nei quali i possessori di siti spingono maggiormente. Vedremo se nei prossimi anni anche queste quote si amplieranno o se ci sarà un assestamento, magari a favore di aperture verso mercati attualmente meno battuti, come quelli al di fuori dell’Europa.

 

Fonte: (per scaricare l’intero report fare clic qui)