L’e-commerce continua la sua cavalcata inarrestabile, trascinando fuori dal tunnel diverse aziende vittime della crisi economica. Che sia dal desktop o dal proprio dispositivo mobile, gli utenti amano sempre più concludere i propri acquisti online, alimentando un business in continua crescita.
A conferma di ciò i dati presentati nella decima edizione dell’e-commerce Netcomm Forum, tenutosi il 21 Aprile a Milano. Già nel 2014 in Italia il settore dell’e-commerce aveva fatto registrare un incremento del 16%. Nel 2015 si prevede un’ulteriore crescita del 15% che condurrà l’intero mercato nostrano a movimentare oltre 15 miliardi di Euro.
Tra i prodotti più venduti è di certo il settore dell’informatica a far registrare l’incremento di vendite più elevato: nel 2015 ben il 26% in più rispetto all’anno precedente. A seguire il settore dell’abbigliamento con un +23% di vendite rispetto al 2014. Seguono quindi i settori dell’editoria e grocery che fanno registrare un +21%.
Come si evidenzia dal grafico poco sopra, i settori che conducono in testa il business alimentato dall’e-commerce italiano sono in primis quello turistico e a seguire quello dell’abbigliamento. Da un’analisi complessiva si evince come questi due settori abbiano incrementato nell’ultimo anno le vendite online del 18%, raggiungendo una quota superiore ai 3 miliardi di euro.
Piuttosto rilevanti sono i dati che riguardano gli acquisti da mobile. Quest’ultimi, infatti, sono cresciuti del 78% nel 2014 e per quest’anno si prevede un ulteriore incremento del 68%, con un valore che in soli due anni è stato triplicato, passando da 610 milioni di euro del 2013 a 1,8 miliardi di euro nel 2015.
L’e-commerce italiano ancora lontano dagli alti paesi
Nonostante le cifre da capogiro che attestano gli incrementi dell’e-commerce, il divario tra l’Italia e gli altri paesi resta comunque enorme.
Analizzando i dati che riguardano il settore dell’e-commerce nell’intera Europa, si evince come l’Italia giochi in ruolo di minoranza. Nel corso del 2014, infatti, le vendite online si sono concentrate per lo più in tre paesi quali il Regno Unito con 122 miliardi di euro, la Germania con 70 miliardi di euro e la Francia con poco meno di 57 miliardi di euro.
Le previsioni del 2015 per il mercato europeo sono di 470 milioni di euro di fatturato complessivo che riguarda la vendita e-commerce di beni e servizi (con una preponderanza dei beni con il 54% rispetto al 46% dei servizi). Gli utenti che acquistano online sono oltre 230 milioni di individui in Europa e i posti di lavoro generati dall’e-commerce in maniera diretta o indiretta sono 2,5 milioni.
Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – Politecnico di Milano, ha affermato che per la crescita dell’e-commerce nostrano un ruolo cruciale sarà giocato dai settori emergenti, come ad esempio l’arredamento che raggiunge la quota di 350 milioni di euro con un +75% rispetto al 2014 e il settore enogastronomico che raggiunge i 260 milioni di euro con una crescita di +30% rispetto allo scorso anno.
Le potenzialità di sono, dunque, ma non vengono sfruttate, come conferma Roberto Liscia, presidente di Nercomm. Secondo Liscia “Oltre ai numeri positivi e di crescita a doppia cifra che da anni segnaliamo, va rimarcato che le imprese italiane che vendono online sono oggi solo il 4% del totale, l’accesso alla banda larga rimane carente e la copertura finanziaria per gli investimenti necessari sono ancora un interrogativo non risolto. L’Italia è conosciuta nel mondo per i suoi prodotti di abbigliamento, calzature, accessori, moda, arredo, design, vino e prodotti alimentari-gastronomici di qualità […] Stiamo perdendo competitività a livello globale e non riusciamo a sfruttare il potenziale di domanda che potrebbe trovare più facilmente sbocchi su questi mercati”.
Insomma come dire l’e-commerce galoppa, ma l’Italia al trotto resta sempre un passo indietro.