Downtime non programmato e siti non raggiungibili: ecco le procedure pratiche per evitare di stare troppi giorni senza i servizi Internet essenziali
Sito in downtime e panico più totale. Non arrivano le email, i nostri clienti non ci trovano sul Web e tutto sembra andare a rotoli. Si fatica a compiere le più piccole operazioni lavorative, si perde un’infinità di tempo e anche un messaggio email di una sola riga si trasforma in una gara di reperibilità telefonica del destinatario con conseguente perdita di minuti preziosi.
Insomma, senza un sito che ci rappresenti e senza tutti i servizi che da esso dipendono, come la posta elettronica, sembra di tornare a lavorare negli anni 1980, in cui il digitale in ufficio era una semplice chimera.
Superata la fase di shock e implementati i primi piani di emergenza lavorativa, sorgono domande ben precise: quanto tempo i nostri siti resteranno in downtime e soprattutto cosa è accaduto?
Le risposte a questi quesiti potrebbero gettare ancora di più nello sconforto: fibercut, data center isolati, conflitti IP e altre catastrofi fanno presagire che senza email e sito si possa rimanere anche oltre una settimana. Come risolvere la questione in breve tempo?
Downtime: se conosci le soluzioni, lo eviti…
Il primo passo da compiere è contattare il provider che ci eroga i servizi di dominio e hosting per cercare di capire l’entità e l’estensione della difficoltà tecnica che bisogna affrontare. Dalle risposte fornite (o dalla mancata risposta) anche per i meno esperti non è difficile stimare i tempi di risoluzione. E se i tempi di downtime sembrano davvero lunghi, possiamo ricorrere a una soluzione rapida e indolore, trasferire il dominio e l’hosting.
Non c’è migliore occasione che prendere la palla al balzo su un disservizio già in essere, soprattutto se non si è soddisfatti di quanto offerto dall’attuale provider. Attenzione però, che non potendo accedere a FTP e altri servizi in downtime, è importante avere tutti i backup dei contenuti, delle email, dei database e via discorrendo, in modo da poter ripristinare il tutto non appena sarà effettuato il trasferimento al nuovo operatore.
Può capitare però che il provider attuale, dovendo già combattere contro il downtime, non sia disposto a offrirci i codici autorizzativi per i trasferimenti dei domini. Bisogna quindi procedere in modo più scaltro.
Per i domini .IT si può contattare direttamente il NIC per spiegare cosa stia accadendo e chiedere un intervento nella disputa o la consegna dei codici per il trasferimento. In caso di un .COM o di un’estensione internazionale, è possibile visionare il Registrar direttamente da un servizio Whois e contattarlo chiedendo l’invio dei codici necessari al cambio provider.
Dopo questa operazione ci si può rivolgere a qualsiasi altro provider, come Hosting Solutions, chiedendo il trasferimento del servizio.
Chi riuscisse ad accedere ai propri pannelli di configurazione dei DNS, può anche pensare di configurare i DNS affinché puntino a nuove macchine, magari messe a disposizione dal nuovo operatore di servizio hosting che nel frattempo abbiamo provveduto a contattare e con cui abbiamo già attivato un nuovo contratto.
In questo modo, chi si connetterà all’indirizzo Web solito, verrà rimandato all’indirizzo IP della nuova macchina dove saranno nuovamente disponibili i contenuti necessari per la corretta visualizzazione del sito oppure dove sarà disponibile un protocollo di ricezione della posta elettronica in ingresso.
Insomma, qualora capitino situazioni come quella successa in questi giorni agli utenti di un noto provider, è importante essere informati sul fatto che la via d’uscita c’è, basta metterla in atto!