Probabilmente sei al corrente che il mondo dei nomi a dominio sono dominati dai domini .COM. Quello di cui forse non sei cosciente è la vastità con cui i domini .COM si impongono su tutte le altre estensioni presente sul mercato delle registrazioni domini, comprese le nuove estensioni nTLD.
Stando agli ultimi report resi disponibili da Verisign, che rappresenta il registro adibito alla gestione dei domini .COM, nel mondo esistono oltre 116.5 milioni di domini .COM, un numero così elevato da non poter essere raggiunto neanche dalla combinazione delle 25 estensioni successive presenti in classifica.
Pensa che quando l’industria Web disegna grafici relativi alle registrazioni domini, per le estensioni .COM è costretta ad usare una scala logaritmica che ne consenta la rappresentazione insieme a tutte le altre estensioni, a meno di non tralasciare definitivamente la rappresentazione dei domini .COM registrati.
I domini .COM, quindi, sono davvero molto diffusi e, allo stesso tempo, molto ambiti.
La stessa Verisign, in un post apparso il mese scorso sul proprio blog, fa notare due dati importantissimi riguardanti le estensioni .COM.
La prima informazione che il colosso ha voluto fornire al settore delle registrazioni è che solo il 16 percento dei nomi a dominio registrati in una delle altre estensioni (comprese nel nuove TLD) non è replicato anche con estensione .COM.
La seconda informazione, ancora più incisiva, è che oltre il 75 percento dei domini registrati con una delle nuove estensioni nTLD era comunque disponibile anche nel mondo dei domini .COM. In pratica, Verisign sottolinea che chi ha voluto registrare un nome a dominio del tipo domain.example, avrebbe potuto registrare tranquillamente anche il corrispondente domainexample.com, perché disponibile e libero per una nuova registrazione.
Did you know nearly 75% of the names registered in #ngTLDs are available in .COM. Read more http://t.co/PEXIDCTDpz pic.twitter.com/c1DtzAJyCo
— VERISIGN (@VERISIGN) 8 Gennaio 2015
Tutto questo, secondo Verisign, fa apparire le nuove estensioni dominio assolutamente ridondanti, rispetto alle registrazioni domini che si potevano portare a termine con le estensioni già disponibili prima del lancio dell’ICANN delle nuove nTLD.
Alcuni vorrebbero i domini .COM morti e sepolti
Nonostante tutti questi dati tendano a sottolineare che la reggenza dei domini .COM è forte e inespugnabile, c’è chi è convinto del contrario.
JPMorgan, ad esempio, nel corso della settimana che volge al termine ha declassato il registro Verisign, sostenendo che i nuovi domini di primo livello avrebbero letteralmente cannibalizzato le entrate della società di registrazione. Il prezzo delle azioni è sceso così del 1.5 percento, ma il mercato, con un analisi più corretta, ha permesso alle azioni della società dei domini .COM di riprendere oltre un punto percentuale di quelli persi per colpa delle cattive informazioni.
Alla segnalazione di JPMorgan è seguita la pubblicazione di un post da parte del provider Donuts (che l’anno scorso ha speso oltre 100 milioni di dollari per il lancio delle nuove estensioni a dominio) che sostiene la necessità di consegnare i domini .COM al tempo che fu, per guardare finalmente alle nuove nTLD, più fresche e semanticamente più significative.
In risposta a questa previsione, un investitore veterano del settore di registrazione domini, Michael Berkens, in un post ha sottolineato come, di recente, sia riuscito a vendere in second market il dominio 345.com lasciato scadere dai leggitimi proprietari nel 2002 per una cifra di oltre 800 mila dollari.
Un altro domainer, Mike Jones, fa eco a questa dichiarazione dicendo di aver speso oltre 5000 dollari nelle registrazioni domini nTLD l’anno scorso e di non essere riuscito a ricavarne nessun guadagno dalla rivendita.
Insomma, i domini .COM sembrano davvero invincibili e nel 2015 non sembrano voler cedere il posto a tutte le nuove estensioni promulgate dall’ICANN.