Digitalizzazione Italia: identità digitali ancora in crescita

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Nei giorni scorsi l’Osservatorio del Politecnico di Milano si è soffermato in un suo focus sulla situazione delle identità digitali nel nostro paese durante un evento dedicato al passaggio verso IT-Wallet durante il quale è stato rivolto lo sguardo su quello che sarà, anche a livello internazionale, lo wallet e sulle trasformazioni previste per SPID e CIE per adeguarsi. Tra gli altri temi trattati, si è parlato delle quote di utilizzo delle identità digitali in Italia, sulla propensione o meno all’utilizzo dei sistemi futuri e cosa manca per potere arrivare al progetto europeo, ovvero l’EUDI Wallet.

Iniziamo dicendo che in questo momento uno strumento come lo SPID, che negli anni è cresciuto esponenzialmente, è utilizzato da oltre 36 milioni di cittadini, una quota pari al 73% dei maggiorenni, e da 13.000 minori. La CIE a sua volta è posseduta da 39 milioni di italiani ma restringendo il campo alla sola carta elettronica abilitata agli accessi online si passa a soli 4 milioni di utenti. C’è da notare però come la crescita di SPID si sia pressoché arrestata mentre sta chiaramente salendo quella della CIE, la cui diffusione è aumentata del 23% nell’ultimo anno. Questo dato non è da sottovalutare, poiché rende ancora lontano l’obiettivo importantissimo delle 42 milioni di identità digitali rilasciate entro il 2026, che è un obiettivo del PNRR.

La situazione a livello europeo non è del tutto difforme da quella del nostro paese, questo perché in paesi come Francia e Belgio la diffusione è ormai simile a quella italiana, così come in alcuni paesi nordici ormai si copre l’80% della popolazione, mentre in Portogallo e in Svizzera si resta ancora sotto le percentuali medie. Nonostante i livelli di diffusione non siano ancora ottimali, tuttavia, in Italia così come nel resto d’Europa non è raro trovare un grosso gradimento verso il passaggio agli Wallet digitali che possano comprendere i vari documenti di identità, patenti e molto altro. Chiaramente tutto questo a fronte di sistemi di sicurezza più che adeguati.

IT Wallet è certamente un esempio nazionale di quei sistemi che porteranno poi alla creazione di EUDI Wallet, ovvero quello di tutta la UE, che costituisce l’obiettivo finale di questo percorso. Così come in Italia, anche nei paesi esteri sono iniziate tutta una serie di procedure di avvicinamento alla creazione di tali sistemi per anticipare le scadenze imposte da eIDAS 2.0, un esempio è France Identité, applicazione nata proprio per questo motivo, o la greca Gov.gr Wallet, che consente di caricare i propri documenti dematerializzandoli ma anche di utilizzarli sui portali che li richiedono e per l’identificazione fisica in luoghi come gli aeroporti. Come al solito le big-tech, come sappiamo, non sono state a guardare, poiché in molti già utilizzano sistemi wallet diffusi da Apple, Samsung e Google, che oltre all’inserimento di carte per i pagamenti consentono di inserire talvolta anche i documenti di identificazione.

Tornando ai sistemi di identità digitale nel nostro paese, l’Osservatorio del PoliMi ha condotto una ricerca sull’utilizzo di SPID e CIE che, attualmente, vede gli italiani particolarmente abituati a questi sistemi di accesso. Il 64% degli utilizzatori di SPID e il 61% di quelli della CIE utilizzano tali sistemi almeno una volta al mese per effettuare accessi, il problema è che attualmente sono disponibili quasi esclusivamente per servizi pubblici, sebbene possano rappresentare una grossa opportunità anche per aziende private. Passando agli wallet, invece, in Italia essi vengono utilizzati ancora poco, ovvero dal 36%, che si serve di quello fornito dal produttore del suo smartphone. L’uso che se ne fa è principalmente finanziario caricando carte di credito, funzione utilizzata dal 46% degli utenti, mentre un terzo lo usa per le carte fedeltà e meno del 30% per i biglietti dei mezzi di trasporto. Nonostante ci siano invece molti utenti che lo utilizzano sporadicamente o per nulla, l’idea di un passaggio ad un wallet digitale per tutto ciò che concerne l’identità è stato accolto con favore dalla metà del campione.

 

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