Digitalizzazione, consumi ed ambiente. Come agire dopo il Lockdown

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In un recente articolo abbiamo visto come l’emergenza COVID-19 ha fatto verificare un vero e proprio boom del traffico internet nel nostro paese. I dati che avevamo raccolto, provenienti dal MIX di Milano, mostravano che, esattamente dall’inizio del lockdown, l’utilizzo di rete ha raggiunto livelli ai quali i tecnici si aspettavano di arrivare nell’arco dell’anno corrente ma con molta più gradualità.

Se questo è stato un vero stress-test per le reti italiane, non va dimenticato che tutto ciò può diventare un’opportunità per creare un nuovo modello lavorativo e di vita, con la potenza delle reti come punto centrale.

Se si pensa al moltiplicarsi di attività svoltesi esclusivamente online a partire da marzo 2020 è necessario rivedere ed accelerare alcuni processi che nel nostro paese stanno procedendo a rilento, come l’implementazione della banda ultra larga, che doveva essere terminata nell’arco di quest’anno e che invece risulta ancora molto indietro.

Tra le attività che hanno fatto proliferare la richiesta di soluzioni IT, basti ricordare come Smart Working ed il Telelavoro, e-commerce, e-Learning, home banking e molte altre sono diventate più necessarie di prima. Queste soluzioni, infatti, esistono già da molto tempo, ma l’essersi ritrovati a doverle utilizzare in misura maggiore e da un giorno all’altro ha mostrato a tutti come siano utili ed utilizzabili anche in condizioni di normalità evitando spostamenti, code o moduli da riempire.

Ovviamente non sono solo le infrastrutture pubbliche come la banda ultra larga a dover essere potenziate, poiché l’evoluzione di quest’ultima dovrà andare di pari passo con molti altri fattori quali la sicurezza dei dati, inoltre dovrà anche crescere la competenza delle aziende in campi finora poco esplorati come cloud computing, big data ed intelligenza artificiale. Nonostante le varie reticenze di alcuni cittadini, dovute tutt’al più da fake news e scarsa informazione, anche la rete 5G aiuterà in questo senso, anche se per ora copre soltanto il 10% della popolazione italiana.

L’impatto ambientale

L’altro lato della medaglia del boom della tecnologia e delle connessioni, però, è quello riferito ai consumi. Le emissioni di CO2, dopo l’inizio del lockdown, si sono abbassate in modo repentino così come i consumi di energia elettrica, considerando anche la grande quantità di impianti industriali chiusi perché rientrati nelle attività non indispensabili. Si è così creato l’effetto opposto a quello delle connessioni, cioè una sorta di boom al ribasso, l’unica cosa che ha evitato una discesa epocale del consumo di elettricità è stato proprio l’utilizzo delle reti.

Abbassando l’impatto ambientale delle imprese che si digitalizzano, però, il focus si sposta su quello delle infrastrutture che erogano i servizi di quest’ultime. È normale quindi che anche gli operatori del campo delle ICT debbano pensare ad un rinnovamento in senso più “green” delle loro tecnologie dopo aver visto quanto la rete ed i dispositivi ad essa collegati siano sempre più fondamentali nella vita, lavorativa e non, di molte persone.

Detto questo, è anche necessario tenere d’occhio le prestazioni, che dovranno essere al livello delle richieste e non arretrare di un passo. Da un lato abbiamo quindi le esigenze del pianeta e dall’altro quello di optare, come cittadini e come imprese, a soluzioni hardware e software ad impatto ridotto, con la garanzia però di non avere nessuna perdita dal punto di vista della potenza computazionale.

È però comprensibile essere poco edotti sull’utilizzo di energia pulita da parte di chi ci eroga il servizio. Come fare quindi?

Parlando di Internet Service Provider, è molto utile controllare di quali certificazioni dispone l’azienda alla quale ci rivolgiamo per l’erogazione dei servizi, che da parte sua dovrà necessariamente essere trasparente in merito. Hosting Solutions, ad esempio, garantisce l’utilizzo al 100% di energia proveniente da fonti rinnovabili, garantendo il minimo impatto ambientale senza far perdere nulla al proprio cliente in termini di qualità del servizio.

Nel progettare il futuro, quindi, la tematica ambientale assumerà un peso specifico sempre più importante. La sensibilità del cliente rispetto a tematiche finora messe un po’ più in disparte aumenterà e diventerà strategicamente importante per erogare ancora più servizi. La sfida da vincere sarà quella di bilanciare le altissime prestazioni con il consumo di energia pulita e proveniente da fonti rinnovabili. Le server farm del futuro, quindi, sono uno dei fattori chiave di una digitalizzazione sostenibile, che fa bene a tutti.

 

Fonti: 1, 2