Digitale in Italia: i dati del rapporto Anitec-Assinform

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Come ogni anno, Anitec-Assinform, l’associazione delle imprese di produzione di servizi, soluzioni e tutto ciò che fa da corollario al mondo ICT, ha emesso un report riguardante lo stato dell’arte del digitale nel nostro paese visto dalla prospettiva dei loro dati. In un paese, l’Italia, che anche nel 2024 ha aumentato la sua crescita economica così come la spesa per il mercato digitale, che ha un peso poco sotto il 4% del totale. Gli investimenti nel campo di sicurezza, cloud e formazione sono quelli principali, mentre ormai quasi i 3/4 delle aziende ha tecnologie al suo interno come Internet of Things, robotica e utilizzo di piattaforme. È chiaro che questo non è sufficiente per stare al passo con i paesi più importanti al mondo e che ulteriori sforzi dovranno essere fatti, ma per alcune voci come ad esempio l’uso di realtà aumentata e virtuale l’Italia ha dati in linea, mentre per la AI siamo ancora indietro nella maggior parte degli ambiti ad eccezione di pubblicità, ricerca e procedure amministrative.

È interessante notare, dai dati del ministero mostrati nel report, che la digitalizzazione è tornata a crescere nel 2024 dopo una breve flessione avuta dopo la pandemia, anche se i livelli oltre il 4% avuti nel 2021 ancora restano distanti. Si può dire esattamente il contrario, però, della spesa annuale, ed anche questo dato deve fare riflettere perché dimostra anche il peso avuto probabilmente dall’inflazione causata da tutta una serie di fattori, non ultime le tensioni internazionali. La panoramica generale sul mercato italiano del digitale è comunque confortante, visto che nel biennio 23-24 tutte le voci sono in crescita, mentre c’è da fare notare che non fu così nel biennio precedente. In particolare crescono del 7% i servizi ICT e del 5% le pubblicità digitali, seguono al 4% i software e le soluzioni IT mentre il fanalino di coda sono i servizi di rete, che crescono meno del 2%. Le percentuali totali per il mercato italiano fanno quindi segnare una crescita del 3,7% con un totale di indotto pari ad oltre 81 miliardi di Euro ed una spesa ripartita abbastanza equamente tra tutti i tipi di settori visti in precedenza. Passando alle previsioni di Anitec-Assinform, vediamo che l’incertezza globale è il problema che non permette di capire con esattezza verso quale scenario ci si muove, ciò fa ipotizzare un rallentamento della crescita per il prossimo anno anche se, con ogni probabilità, tutti i campi osservati faranno segnare comunque crescita, così come il valore generale del mercato digitale.

Passando rapidamente alle tecnologie, dal report vediamo anche in questo caso una crescita piuttosto generalizzata nell’ultimo biennio, con una particolare importanza rivestita dai sistemi enterprise e dai sistemi mobile personali, mentre una piccolissima flessione l’hanno patita i dispositivi per casa e ufficio (-0,3%). Tutto considerato, infrastrutture ICT e device personali sono i due campi che occupano la maggior quota del mercato tecnologico, che ad oggi in Italia vale una cifra attorno ai 20 miliardi di Euro. Il mercato dei singoli device, divisi per tipo, è anche in questo caso piuttosto florido, con l’eccezione dei tablet, in costante decrescita a differenza di laptop e dispositivi desktop, con quest’ultimi che crescono maggiormente. Da notare invece come nel computo generale dei device, i tablet siano maggioritari col 44% degli utilizzatori per il 2024 seguiti dai laptop al 42%, verosimilmente pronti per il definitivo sorpasso. Terminiamo il focus sulle tecnologie passando a tutti i vari tipi di servizi ICT, tra i quali per il biennio 23-24 spiccano sicuramente quelli di Cloud Computing con una crescita del 17,4% (alta, ma minore di quella del biennio precedente) seguito a diverse lunghezze da consulenza, formazione e sviluppo. Sebbene qualche voce sia calata in modo importante, come i servizi Data Center, l’andamento generale dei servizi ICT ha fatto segnare comunque una crescita pari al 7,4% sul biennio. Il Cloud Computing, come abbiamo visto, raggiunge quote molto alte, ed Anitec-Assinform scompone il suo mercato per capire meglio quali tipi di Cloud guadagnano maggiori quote di mercato. Nell’analisi vediamo innanzitutto che il Public Cloud copre più del 40% del totale del mercato seguito dall’Hybrid che ne copre attualmente il 33%, mentre i restanti segmenti sono occupati da Cloud Privato e Cloud Privato Virtuale, per un totale di indotto pari a più di 8 miliardi. Scomponiamo anche il Cloud pubblico e vediamo che sono le soluzioni di tipo IaaS e SaaS ad avere maggior successo, mentre si ricorre pochissimo alle soluzioni PaaS.

Passiamo ai vari mercati, per i quali il report spiega le differenze tra i settori oltre a dire che la crescita attuale del mercato italiano proviene principalmente dal settore pubblico grazie anche ai fondi PNRR oltre che da Sanità e Scuola, mentre nel settore privato stanno avendo una spinta maggiore le banche, le assicurazioni e le GDO. Ovviamente, la AI la sta facendo sempre più da padrona per il miglioramento dell’efficienza e per l’esperienza fornita ai clienti e visitatori. Come al solito sono le PMI l’oggetto di maggiore interesse, e si vede che hanno aumentato la spesa così come il ricorso ad AI, ma sono indietro per cybersecurity e portali di e-commerce. C’è anche una componente geografica, come sappiamo, che vede il nord ed il centro più avanti rispetto al meridione ed alle isole, zone che però stanno un po’ aumentando il flusso di investimenti e recuperando terreno. Il motivo principale per il ricorso all’Intelligenza Artificiale per le aziende del nostro paese è principalmente legato all’incremento della produttività, alla raccolta di dati strategici ed il miglioramento dell’esperienza del cliente. Tornando sempre alle PMI, nel 2024 hanno usato la AI principalmente per estrapolare testi (54%), per generare materiale audio e di testo ed infine per il riconoscimento vocale, ma c’è da sottolineare il grande aumento che si è visto nel caso della AI generativa, che è salita del 163% rispetto al 2023. Tutto sommato, però, il vero boom di questa nuova tecnologia nelle imprese di piccole e medie dimensioni italiane sembra debba ancora arrivare, lo dimostrano anche le percentuali del report, che hanno un livello di digitalizzazione per la maggior parte ancora di base e lo dimostra anche il fatto che in cybersecurity nemmeno la metà di esse hanno deciso di investire, mentre il 54% circa dice che lo farà nel prossimo biennio.

Chiudiamo il breve focus approfondendo il tema della cybersecurity, sulla quale il report Anitec-Assinform spiega che nel 2024 gli attacchi sono aumentati del 15% circa con il grosso traino del cybercrimine generico, che conta per il 78% del totale mentre il restante 22% viene perpetrato dal cosiddetto hacktivismo, che conosciamo anche qui molto bene. I settori più colpiti sono stati quello dell’editoria e quello dell’industria manifatturiera ma non certamente in modo esclusivo. Nel 2024 è entrata poi in vigore la Direttiva NIS2, che ha sicuramente incrementato gli obblighi per tutti quei soggetti coinvolti nella sicurezza informatica per sé e per i loro clienti. È aumentata, come al solito, la spesa in soluzioni per la sicurezza, andando a superare la quota critica dei 2 miliardi e le previsioni di crescita mostrano comunque un andamento positivo, soprattutto per banche, Pubbliche Amministrazioni e il settore sanitario. Anche qui, la AI ha un ruolo fondamentale, poiché tutti i nuovi strumenti di protezione la includono per migliorare l’efficacia dei filtri, ma c’è anche un vantaggio strategico per gli hacker, che adesso possono creare minacce in modo automatizzato e più rapido. Scendendo nel dettaglio delle spese del 2024, abbiamo detto che gli investimenti maggiori sono stati fatti dal settore bancario, quello della PA e quello industriale, che rispettivamente hanno avuto una spesa totale di 433 milioni, 341 milioni e 410 milioni. Un’ulteriore suddivisione la possiamo fare tra PA centrali e quelle locali, con le prime che ovviamente nella bilancia pesano molto di più, una cifra di 226 milioni contro i 115 delle periferiche.

 

Fonte: 1 (all’interno è possibile anche scaricare l’intero report)