Digitale ed imprese italiane: aumenta la spesa

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Nei giorni scorsi è stato diffuso un report da Assintel riguardante il livello della spesa per il digitale delle aziende italiane, che già da qualche anno risulta essere in forte salita. Come si può constatare dalle analisi, nonostante la congiuntura economica non esattamente positiva, con l’inflazione che negli ultimi mesi ha raggiunto livelli elevati così come il costo dell’energia, entro la fine del 2023 l’intero mercato ICT raggiungerà quota 39 miliardi di Euro, ovvero una percentuale più alta del 2022 pari al 4,8%. Il dato è suddiviso in due macrosettori, ovvero l’Information Technology, che traina la crescita con un aumento del 5,8%, e le TLC, che invece fanno segnare una discesa dello 0,8%.

L’inchiesta è stata eseguita su mille aziende private e pubbliche italiane e se l’80% di esse dice di voler confermare gli investimenti nel settore digitale c’è un 29% di intervistati che dichiara di voler addirittura aumentarli. C’è però ancora una quota pari all’8,5% degli intervistati che ancora si dice indietro e soprattutto restio all’introduzione del digitale nelle proprie realtà aziendali con motivazioni che si muovono tra le piccole dimensioni delle loro imprese, della poca disponibilità economica per investire e della mancanza totale o quasi di competenza in materia.

La crescita del settore IT è composta soprattutto dagli investimenti in software, che cresceranno dell’11,8% e dai servizi che invece saliranno del 5,2%. In controtendenza invece troviamo la spesa per le soluzioni hardware, che fa osservare un segno negativo pari a -1,5%. Le spese maggiori delle aziende attualmente si collocano soprattutto nelle postazioni come i PC e negli strumenti di collaborazione come gli Smartphone, che attualmente sono presenti quasi nell’80% delle aziende intervistate, mentre altre grosse parti della spesa sono destinate a connettività (73%) e, anche considerando gli ultimi anni, la cybersicurezza (65%). Molto presente anche il ricorso alle soluzioni in hosting per i siti e-commerce (oltre il 50% delle imprese intervistate) ed il passaggio in cloud per soluzioni di backoffice e gestionali (47%). Restano ancora poco battute in Italia le piste che portano alle nuove tecnologie come NFT, Blockchain ed Intelligenza Artificiale.

Assintel poi passa a spiegare la situazione e le previsioni per quel che riguarda i singoli settori, notando che a differenza di ciò che accadeva nel 2022, per il 2024 sono attesi aumenti intorno al 30% in tutti gli ambiti. Nel dettaglio, il Commercio è il settore che più di tutti farà notare un aumento di investimenti, passando dal 16 al 30%, seguito da Industria e Servizi, che si muoveranno con un aumento percentuale minore ma arrivando rispettivamente al 29% ed al 30%, mentre l’unico settore in discesa invece sarà quello pubblico, che passerà dal 36% al 30%. Le aree di intervento sono diverse per ambito, così che possiamo notare come il Commercio porterà ad investire maggiormente per le soluzioni dirette al cliente e per e-commerce, mentre l’industria farà investimenti mirati per le infrastrutture e per i sistemi gestionali. Anche il settore dei servizi, invece, muoverà le spese per i servizi e-commerce e per quelli in Cloud.

L’ultimo ambito analizzato da Assintel è quello geografico, per il quale le differenze vanno dal 25% di propensione all’aumento di investimenti da parte di quelle del nord-est al 22% di quelle del meridione e delle isole, seguite dalle zone centrali ed il nord-ovest, rispettivamente a quota 21% e 19%. In generale, come si può vedere, c’è comunque una quota sempre molto similare in tutte le zone e questo non può che essere considerato come un fattore abbastanza positivo. Un altro dato interessante è quello inserito nel miglioramento generale previsto per il 2024, quando si assisterà verosimilmente ad un tentativo di raggiungimento delle zone nordorientali da parte del centro e del sud Italia, poiché si prevede una crescita maggiore da parte del centro, che salirà del 36%, e di sud, isole e nord-ovest con una crescita del 31%.

 

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