Data center e terremoti: alcune norme di sicurezza

Schema terremoto

Cosa succede durante un terremoto.

Gary Wong (Director of Applications Engineering – Instor Solutions) ha recentemente pubblicato su Data Center Knowledge un intervento dedicato alle principali misure di sicurezza da adottare nei data center situati in aree sismiche.

L’attenzione di Wong è rivolta alla California, area potenzialmente a rischio con 10.000 scosse registrate ogni anno, ma il suo discorso è facilmente applicabile a tutte le altre zone sismiche del globo, Italia inclusa.

Lo ricorda in apertura lo stesso ingegnere: i terremoti sono fenomeni naturali frequenti, ogni anno se ne registrano infatti almeno 500.000 – ed il numero è riferito ai soli captati dagli strumenti dei sismologi. Le vostre infrastrutture, rivolgendosi ai lettori, sono pronte a fronteggiare eventi sismici, anche estremi, come il terremoto di Loma Prieta (1989, magnitudo 7.1 della Scala Richter)?

Tanto il personale quanto gli asset e la strumentazione presente vanno salvaguardati, prosegue. Ecco quali sono le norme di sicurezza che andrebbero adottate nei data center costruiti in zone “a rischio”.

Ancoraggio

E’ una delle contromisure basilari adottate in aree colpite da eventi sismici a bassa intensità. L’ancoraggio diretto dei rack al massetto cementizio (lo strato situato sotto le piastrelle del pavimento) evita che questi ultimi possano rovesciarsi causando danni all’hardware e/o ferendo il personale presente nell’edificio.

Wong sottolinea tuttavia che in caso di eventi sismici di media intensità questo espediente potrebbe rivelarsi inadatto a preservare l’integrita della strumentazione e dell’hardware: essendo infatti ancorati al pavimento, i rack finiranno per l’ondeggiare insieme a quest’ultimo mettendo a rischio l’integrità dei componenti hardware etc. Vi sono tuttavia soluzioni avanzate per mitigare i sussulti causati dalle onde sismiche e delle quali parleremo nel paragrafo successivo.

Isolamento sismico della base

Soluzioni ingegneristiche per l’isolamento sismico sono utilizzate da anni per limitare i potenziali danni che i terremoti possono arrecare a strutture delicate come edifici pubblici e ponti. Grazie ad una base correttamente isolata è possibile allontanare  dalla struttura principale le vibrazioni più violente e/o ridurne notevolmente la capacità di propagazione. I vantaggi garantiti da questa soluzione, osserva Wong, sono i seguenti: salvaguardia dei rack e delle strumentazione interna, salvaguardia dell’incolumità del personale, uptime e business continuity.

Non a caso, prosegue, i provider che desiderano fregiarsi della certificazione Tier 4 in aree a rischio sismico devono implementare assolutamente tali tecnologie nel progetto del data center. Il seguente video mostra come sia possibile ridurre notevolmente il movimento sussultorio di scosse ad altà intensità:

Piani di disaster recovery e business continuity

Per fronteggiare un’emergenza, la messa in atto di efficaci piani disaster recovery e business continuity è fondamentale, così come la presenza di personale adeguatamente preparato e conscio dei propri compiti in caso di emergenza. Dallo staff IT fino ai tecnici ed agli addetti alla sicurezza, ognuno deve agire seguendo le direttive stabilite dai piani, collaborando all’identificazione dei problemi e delle priorità del momento. Risultano importanti anche le esercitazioni periodiche, utili tanto al personale quanto agli admin che potranno notare eventuali problematiche e correggerle, evitando di ripetere gli stessi errori in futuro.

Quando si parla di terremoti, conclude Wong, indipendentemente dalla loro intesità, la rapidità d’azione è tutto: efficaci piani di emergenza e personale ben addestrato possono fare davvero la differenza tra il mantenimento dell’attività lavorativa o un downtime prolungato – con inevitabili ripercussioni sull’impresa.

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